martedì 15 marzo 2011

Omeopatia e Omotossicologia: quale scegliere?

Nei commenti al mio precedente post mi è stato giustamente domandato quale sia la migliore tra le due discipline. Ogni medico ha qui il suo punto di vista, e io dico il mio.
Innanzitutto bisogna considerare che l'omotossicologia è "figlia" dell'omeopatia, quindi le due non si escludono e questa è la realtà di fatto: molti medici che praticano l'una praticano anche l'altra.

L'omeopatia è più "elegante": con pochi rimedi o nei casi fortunati un solo rimedio, si ottengono risultati rapidissimi e completi, senza residuo di malattia.
L'omotossicologia è più ad ampio spettro, più applicabile su larga scala, ed anche più semplice per il medico in quanto ha un approccio più vicino alla medicina classica.

Ora in linea generale io penso che nelle persone giovani e soprattutto nei bambini sia da preferire l'omeopatia, che tra l'altro è anche più economica per il paziente.
Invece per persone di età più avanzata o comunque molto intossicate (inquinamento, fumo, stress, vita sedentaria, abitudini alimentari ...) sia più opportuna l'omotossicologia, o almeno iniziare con questa per poi passare all'omeopatia (ma nulla vieta al terapeuta di associarle fin da subito).
Naturalmente anche l'omotossicologia, in quanto priva di effetti collaterali, può essere somministrata tranquillamente e con notevoli benefici a tutti i bambini.

Un altro criterio secondo me importante (peraltro correlato allo stato di intossicazione) è la durata della malattia: se è acuta preferirei l'omeopatia, se è cronica (e quindi si trascina da tempo, indicandoci una mancanza di reattività profonda del paziente, spesso riconducibile appunto a sovraffaticamento cellulare) preferirei l'omotossicologia.

In definitiva, io direi che tutto sommato è da preferire quella con cui il terapeuta si sente più sicuro, essendo entrambe prive di tossicità, ed avendo entrambe ottimi risultati.

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venerdì 4 marzo 2011

Omeopatia e Omotossicologia: quali differenze?

Le medicine non convenzionali possono creare confusione nei non addetti ai lavori (ma anche negli addetti!!) quando si comincia ad enumerarne le mille possibili varianti, perchè sono davvero tante le specie e sottospecie di ognuna.
Dalla medicina tradizionale cinese ad esempio non abbiamo importato solo l'agopuntura, ma ne sono derivate lo shiatsu, vi si appoggia la kinesiologia e tante altre discipline "naturali". Idem dicasi per l'omeopatia. Ne ho già evidenziato la molteplicità delle scuole (unicista, pluralista, complessista) ma ora vorrei focalizzare l'attenzione in particolare sulla differenza tra l'omeopatia e le sue varianti, e l'omotossicologia.

Quest'ultima è nata circa due secoli dopo l'omeopatia e si serve di rimedi complessi, ossia di preparati contenenti più rimedi a diluizioni diverse. Inoltre nell'omotossicologia troviamo tra i rimedi gli organoterapici suis, i bioterapici (vecchi "nosodi") e i catalizzatori (enzimi).
Molto recentemente sono entrati a far parte della pratica omotossicologica anche ormoni e citochine, venendo a crearsi intorno a questi la Medicina Fisiologica di Regolazione.

Nella pratica clinica l'omeopatia incentra la diagnosi sulle caratteristiche del paziente e dei suoi sintomi, con le loro particolarissime modalità d'espressione, mentre l'omotossicologia, pur tenendone conto, effetua una diagnosi classica e va poi a determinare il livello di accumulo tossico del paziente (confrontando la sua storia clinica con la Tavola delle Omotossicosi), nonchè l'eventuale squilibrio ormonale e/o immunitario con la moderna Medicina Fisiologica di Regolazione.

Nella scelta terapeutica infine l'omeopatia si avvale sempre di uno o comunque pochi rimedi per volta, cambiandoli semmai in momenti successivi di controllo clinico, mentre l'omotossicolgia utilizza più preparati per volta con particolare enfasi sui drenanti ai fini di disintossicare l'organismo malato rinforzandolo contro agenti nocivi endogeni e/o esogeni.
Per riassumere:





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