domenica 29 maggio 2011

Come affrontare ... l'orzaiolo e il calazio

Chi ne soffre di frequente sa quanto siano fastidiosi. L'orzaiolo e il calazio sono piccoli "noduletti" infiammati nelle palpebre, dovuti a cause diverse (infettiva l'uno, da ostruzione dei dotti ghiandolari l'altro) ma ugualmente disturbanti.
Naturalmente sono importantissime le norme igieniche dell'occhio.
Vi sono poi diversi rimedi, sia omeopatici che omotossicologici, che possono venire in nostro valido aiuto.

L'omeopatia ci offre i seguenti rimedi:

Orzaiolo:

  • Aconitum, soprattutto se vi è stato un esordio improvviso dopo un colpo di freddo
  • Apis, se il dolore è pungente, bruciante e pruriginoso, migliora con impacchi freddi, color rosato e insorto rapidamente
  • Belladonna, se è molto rosso, gonfio e caldo e fortemente dolente
  • Hepar Sulphur, se secerne pus, il dolore è pungente e migliora con impacchi caldo-umidi
  • Mercurius Solubilis se è duro, pieno di pus, migliora con impacchi freddi e peggiora la notte
  • Pulsatilla, se vi sono orzaioli piccolissimi in gruppo e soprattutto come prevenzione per chi soffre di frequenti ricadute
  • Graphites per chi soffre di ricadute frequenti accompagnate da eczema umido
  • Lycopodium, in persone autoritarie e colleriche, se accompagnato da disturbi digestivi e se si aggrava sempre nel tardo pomeriggio
  • Staphysagria, soprattutto per orzaioli della palpebra superiore che residuano con nodosità
  • Calendula T.M. pomata localmente

Calazio:

  • Hepar Sulphur
  • Staphysagria
  • Thuya, per i calazi spessi, duri, nodosi, che migliorano con impacchi caldi e peggiorano col tempo umido
  • Conium, soprattutto per calazi delle palpebre inferiori
  • Luesinum
  • Medorrhinum
  • IL2 4CH
  • TNF 4CH
  • Tuberculinum, sempre per chi soffre di orzaioli a ripetizione

L'omotossicologia ci propone fra gli altri:

  • Staphysagrai Heel compresse
  • Arnica compositum Heel compresse
  • Arnica compositum pomata
  • Graphites Homaccord gocce
  • Negli orzaioli utile anche Echinacea compositum S
  • Slicea heel per le recidive


Fonti:
Clinica Medica Omeopatica, Aldo Ercoli, ed. Tecniche Nuove, 2007
Grande Dizionario Enciclopedico di Omeopatia e Bioterapia, Ivo Bianchi, ed. Nuova Ipsa, 2007
Ordinatio antihomotoxica et Materia Medica Heel, 13a ed., 2005
Omeopatia, Patologia Acuta, Boiron

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giovedì 19 maggio 2011

Come affrontare ... gli acufeni

Un disturbo non raro, al quale spesso non si trovano soluzioni adeguate e in cui l'esito degli accertamenti diagnostici è frequentemente del tutto negativo, sono gli acufeni, i fastidiosissimi suoni dal timbro sgradevole che perseguitano giorno e notte il malcapitato.

Immagine: L'urlo di Munch, particolare, tratta dal sito: http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=63723

La medicina omotossicologica ed omeopatica non sono sprovviste di armi efficaci verso questo disturbo.
Seguendo la logica delle omotossicosi, si potrebbe proporre una terapia omotossicologica basata su un adeguato drenaggio (Lymphomyosot, Galium Heel), più rimedi sintomatici come Cimicifuga Homaccord, associati a rimedi stimolanti il microcircolo quali Aesculus compositum o Solanum compositum.

Tuttavia devo dire che nella mia personale esperienza clinica ho riscontrato ripetuti successi definitivi con la semplicissima associazione di Lymphomyosot gocce e China granuli 5CH, per 2-3 mesi.

In realtà con questo semplice schema terapeutico non ho mai dovuto far ricorso alla mesoterapia, che si associa alla terapia orale secondo questo possibile protocollo in una o due sedute:
Solanum Compositum fiale
Arteria Suis Injeel  fiale
Cocculus Heel fiale
Argentum Homaccord fiale
tutti miscelati e iniettati in tutti i punti in proiezione dell’orecchio specialmente sull’apofisi mastoidea, e inoltre sugli agopunti:
TR (tripice riscaldatore) 5 e 17, IT (intestino tenue) 19, VB (vescica biliare) 2

Inoltre, per gli acufeni viene proposta anche la coppettazione sui seguenti agopunti:
E (stomaco) 36, TR (tripilce riscaldatore) 5-6-7, VB (vescica biliare) 20-21, VG (vaso governatore) 4-14.


Fonti:
Ordinatio antihomotoxica et Materia Medica Heel, 13a ed., 2005
Clarke, Omeopatia Facile, ed. Nuova Ipsa 1992
De Bellis, Italia, Manuale di Omeomesoterapia, ed. Guna 2003
Jarmey, Bouratinos, Agopunti, ed. Edi Ermes 2010
Demarque, Jouanny, Farmacologia e materia medica omepatica, ed. Tecniche Nuove 1999



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mercoledì 18 maggio 2011

La coppettazione

Stasera voglio brevemente presentare una tecnica di medicina cinese chiamata coppettazione.
Pur non essendo io un medico agopuntore ne sono rimasta affascinata e mi sono letta alcuni testi.
Ora senza aver la pretesa di conoscerla, vorrei solo spiegare e condividere questa interessante proposta terapeutica.

Essa consiste nell'aspirazione della cute all'interno di coppette (di vetro o silicone oggi, di bambù o terracotta nell'antichità) nelle quali si è creato il vuoto (col calore, o con l'aspirazione a pompetta nelle più moderne).
Vengono aspirate zone precise di cute che corrispondono a punti di agopuntura oppure vengono fatte scorrere sui meridiani, soprattutto nella regione dorsale.
E' una tecnica tra le tante che ruotano attorno all'agopuntura, come lo shiatzu o il guasha o la moxa.

Ciò che mi piace è la sua immediatezza, l'idea di unire una pressione sugli agopunti al calore, e il fatto che abbia un effetto drenante sia nei confronti della ritenzione idrica che degli accumuli tossici, e in questo ha effetti affini all'omotossicologia!!
La tecnica dinamica, in cui le coppette non vengono lasciate ferme in sede ma fatte scorrere lungo i meridiani dorsali previa lubrificazione della cute (ad esempio con olio) è particolarmente indicata per ansia e depressione, in quanto molto rilassante.
In rete si trovano numerose foto e filmanti chiari ed esaustivi, da guardare per rilassarsi e farsene un'idea.

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martedì 10 maggio 2011

Le diluizioni omeopatiche

Chi ha comperato prodotti omeopatici avrà certamente notato le composizioni, fatte di nomi latini seguiti da simboli come D, C, DH, CH, K, LM.
Cosa significano?

Rappresentano le diluizioni, che in omeopatia sono dette "potenze". Infatti ogni rimedio omepatico viene diluito una quantità x di volte e successivamente scosso, cioè mescolato, agitato in modo particolare, in linguaggio omeopatico si parla di "succussioni" o "dinamizzazioni".

In questo post mi soffermerò solo sulle diluizioni, sebbene ogni diluizione rappresenti anche una certa quantità di succussioni, come vedremo.
Diluizioni e succussioni sono sostanzialmente ciò che differenzia un rimedio omeopatico da un rimedio allopatico, e non il fatto che i rimedi siano "naturali" oppure no. Infatti, con grande sorpresa dei più, l'omeopatia si avvale anche di sostanze farmacologiche classiche, e non solo di rimedi naturali, solo che le diluisce e, appunto, dinamizza.

Impariamo quindi insieme a leggere una composizione omeopatica.

DH o semplcemente D è una diluizione che procede per rapporti 1:10 (1 parte di sostanza viene diluita in 9 parti di solvente e sottoposta poi alla dinamizzazione o succussione, cioè per 1 parte di molecola, ad esempio Belladonna, 10 parti di solvente, cioè acqua)

CH o C invece è il rapporto 1:100 (1 parte di sostanza viene diluita in 99 parti di solvente e successivamente dinamizzata o succussa)

(H sta per Hahnemann, il medico tedesco che scoprì l'effetto delle diluizioni omeopatiche)

K è il nome del generale russo  Korsakof, un medico che durante le guerre napoleoniche fece questa scoperta: non potendo preparare i rimedi omeopatici secondo le regole Hannemaniane, per evidenti problemi legati alla contingente situazione bellica, si accontentò di prendere un rimedio, metterlo in una boccettina di vetro, diluire e scuotere, quindi vuotarlo, riempirlo di nuovo d'acqua e ripetere l'operazione il numero desiderato di volte, sfruttando la quantità di rimedio che ad ogni svuotamento di boccetta rimane adesa alle pareti di vetro.

LM vuoi dire cinquanta millesimali (1 parte di soluto per 50000 di solvente)

Ogni rimedio omeopatico riporta sulla confezione e sul contenitore la composizione, il tipo di diluizione e la potenza di ogni rimedio singolo qualora si tratti di un complesso.

Ovviamente a partire da 12 CH o da 24 DH, siamo al di là del numero di Avogadro, che è uguale a circa 1024 molecole/mole (6,02214179(30) 1023 mol −1): quindi, dal punto di vista chimico, non vi è più alcuna molecola di soluto nella soluzione.
E qui si ritorna all'ipotesi dei clusters d'aqua, che mi piacciono così tanto da aver dato il nome al mio blog!

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