martedì 10 maggio 2011

Le diluizioni omeopatiche

Chi ha comperato prodotti omeopatici avrà certamente notato le composizioni, fatte di nomi latini seguiti da simboli come D, C, DH, CH, K, LM.
Cosa significano?

Rappresentano le diluizioni, che in omeopatia sono dette "potenze". Infatti ogni rimedio omepatico viene diluito una quantità x di volte e successivamente scosso, cioè mescolato, agitato in modo particolare, in linguaggio omeopatico si parla di "succussioni" o "dinamizzazioni".

In questo post mi soffermerò solo sulle diluizioni, sebbene ogni diluizione rappresenti anche una certa quantità di succussioni, come vedremo.
Diluizioni e succussioni sono sostanzialmente ciò che differenzia un rimedio omeopatico da un rimedio allopatico, e non il fatto che i rimedi siano "naturali" oppure no. Infatti, con grande sorpresa dei più, l'omeopatia si avvale anche di sostanze farmacologiche classiche, e non solo di rimedi naturali, solo che le diluisce e, appunto, dinamizza.

Impariamo quindi insieme a leggere una composizione omeopatica.

DH o semplcemente D è una diluizione che procede per rapporti 1:10 (1 parte di sostanza viene diluita in 9 parti di solvente e sottoposta poi alla dinamizzazione o succussione, cioè per 1 parte di molecola, ad esempio Belladonna, 10 parti di solvente, cioè acqua)

CH o C invece è il rapporto 1:100 (1 parte di sostanza viene diluita in 99 parti di solvente e successivamente dinamizzata o succussa)

(H sta per Hahnemann, il medico tedesco che scoprì l'effetto delle diluizioni omeopatiche)

K è il nome del generale russo  Korsakof, un medico che durante le guerre napoleoniche fece questa scoperta: non potendo preparare i rimedi omeopatici secondo le regole Hannemaniane, per evidenti problemi legati alla contingente situazione bellica, si accontentò di prendere un rimedio, metterlo in una boccettina di vetro, diluire e scuotere, quindi vuotarlo, riempirlo di nuovo d'acqua e ripetere l'operazione il numero desiderato di volte, sfruttando la quantità di rimedio che ad ogni svuotamento di boccetta rimane adesa alle pareti di vetro.

LM vuoi dire cinquanta millesimali (1 parte di soluto per 50000 di solvente)

Ogni rimedio omeopatico riporta sulla confezione e sul contenitore la composizione, il tipo di diluizione e la potenza di ogni rimedio singolo qualora si tratti di un complesso.

Ovviamente a partire da 12 CH o da 24 DH, siamo al di là del numero di Avogadro, che è uguale a circa 1024 molecole/mole (6,02214179(30) 1023 mol −1): quindi, dal punto di vista chimico, non vi è più alcuna molecola di soluto nella soluzione.
E qui si ritorna all'ipotesi dei clusters d'aqua, che mi piacciono così tanto da aver dato il nome al mio blog!

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4 commenti:

  1. Utilissime queste informazioni sai! Ho un'amica che mi ha consigliato proprio la medicina omeopatica. Ho acquistato alcuni prodotti ma spesso non ne capisco le composizioni riportate! Un abbraccio e buona serata

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  2. Grazie a te marifra79!! Sono contenta che il mio post ti sia stato utile!!!

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  3. Da tutto questo desumo che, in pratica, omeopatia coincide con effetto placebo, visto che a quelle concentrazioni dovremmo considerare come agenti omeopatici anche tutti i contaminanti e le impurità che sono oppure finiscono nel preparato (in momenti che vanno dalla produzione all'utilizzo) , a concentrazioni anche molto superiori al rimedio stesso (considerate già solo il pulviscolo che si deposita all'atto dell'apertura dei flaconcini).

    Il fatto è che l'omeopatia è solo una delle tante manifestazioni del pensiero magico, contro cui la scienza combatte una battaglia persa.

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  4. Caro Pierluigi, risponderò a tutte le tue obiezioni.
    Primo: il fatto che anche tutti i contaminanti finiscano nel preparato è un'osservazione che io stessa ho posto ad un docente ad uno dei miei primi corsi di omeopatia. E' vero, ed infatti non tutte le acque sono ugualmente idonee a prestarsi per diventare preparato omeopatico. Tuttavia se hai letto bene ogni riga ho accennato anche alle succussioni, ossia ad un particolare sistema di miscelamento del prodotto, sul quale avevo promesso un post che devo ancora fare, e che sono essenziali per la riuscita. Ora non tutti i contaminanti infatti subiscono uguale diluizione e soprattutto uguale succussione alla molecola in preparazione. Comunque nei modermi laboratori si cerca di escludere al massimo le contaminazioni sia in fase di diluizione che in fase di succussione, al fine di ottenere acque particolarmente idonee al processo di omeopatizzazione. (La contaminazione al momento dell'utilizzo esclude la succussione, quindi il contaminante in fase di utilizzo non si omeopatizza).
    Secondo: in ogni caso, anche se un'acqua fosse contaminata, non vedo il nesso logico con il placebo, nesso che infatti non regge in base a questa pur giusta obiezione sulla eventuale presenza di contaminanti.
    Da ultimo ti ricordo che esistono medicinali della medicina classica che vengono pure essi utilizzati a concentrazioni non estranee all'omeopatia (e perchè nessuno dice niente?? questi vanno bene??), e che l'omeopatia funziona sui neonati e sugli animali.
    Quindi sarebbe meglio che invece di trarre conclusioni affrettate e ingiustificate magari prima tu ti studiassi in cosa consiste un rimedio omeopatico e come viene prodotto, allora ne potremmo discutere pacificamente.

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