giovedì 3 gennaio 2013

Il terreno e la malattia

(Immagine tratta e modificata da http://foto.libero.it/Lady_Juliette/Immagini-miste-2---Fantasy--Dark--Mistery/il-gioco-scacchiera)

Finalmente, dopo 3 mesi di silenzio, riprendo il mio blog!
Comincio l'anno nuovo parlando di un argomento abbastanza generico: il punto di vista delle medicine non convenzionali.
E' importante per far ciò, avere chiaro il concetto di malattia e di "terreno".
Innanzitutto è indispensabile fare piazza pulita dell'idea di malattia come di qualcosa di necessariamente "cattivo" o comunque "sbagliato". La malattia invece, o meglio ancora il suo corredo sintomatologico, non rappresenta altro che la miglior risposta possibile che il nostro organismo sa dare in quel dato momento a quel dato stimolo. E' la cosa "più bella" che in quel preciso contesto possa fare, per dirla con M.B. Rosenberg (il quale però lo diceva riferendosi alle azioni umane giudicate errate. Si veda in proposito il testo "Le parole sono finestre [oppure muri]" ed. Esserci).
Ora a questo punto dobbiamo chiederci semmai perchè nello stesso momento, nello stesso ambiente, sottoposti al medesimo stimolo patogeno (microbo, inquinante, stress ... ) due organismi diversi reagiscono in modo diverso, ovvero uno si ammala in modo che definiremmo violento, uno manifesta sintomi blandi, un terzo rimane perfettamente in stato di salute.
E qui entra in gioco il concetto di terreno.
Per "terreno" in omeopatia e in generale in medicina olistica si intende lo stato di base generale della persona,  e in particolare del suo Sistema Immunitario, il complesso sistema di cellule e molecole preposto a difenderci dalle infezioni e dagli assalti dei nemici esterni.
Come è noto, il Sistema Immunitario (S.I.) è estremamente sensibile ai mutamenti psichici: migliora se riceviamo gratificazioni, peggiora sotto stress (sia sotto lo stress fisico che sotto lo stress psicologico).
Ecco perchè due persone diverse sottoposte al medesimo fattore nocivo reagiscono in modo diverso, a seconda dello stato immunitario di ciascuno.
E qui entra in gioco la profonda differenza tra le terapie classiche e quelle non convenzionali, in special modo l'omotossicologia.
Le terapie della medicina convenzionale si propongono soprattutto di contrastare il male, e difatti abbiamo i farmaci "anti-" ed "ipo-": antibiotico, antinfiammatorio, antipertensivo, ipoglicemizzanti, ipouricemizzanti  ...
Invece l'omotossicologia punta piuttosto a rafforzare il terreno, a sostenere il lavoro del S.I.
In pratica paragonando semplicemente la situazione a due eserciti in guerra, la medicina classica attacca il nemico su un fronte diverso da quello del nostro S.I., mentre la medicina omotossicologica si affianca all'esercito del nostro S.I. fornendogli munizioni, cibo, infermieri sul campo ...
Sono diverse strategie militari. E' chiaro e semplice, no?
Da ciò è facile evincere che i due sistemi terapeutici non vanno necessariamente intesi in contrasto fra loro, anzi. Semmai sarà la situazione clinica a far propendere per solo l'una soluzione, o solo l'altra, o a far decidere il medico per entrambe ma studiandone bene la contestualizzazione, la tempistica, l'eventuale sovrapposizione cronologia e/o medicamentosa in base ad interazioni, mutamenti clinici del paziente, preferenze psicologiche, esperienza.

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3 commenti:

  1. Ciao, finalmente ti leggo di nuovo! Mi piace il paragone dei due eserciti in guerra: è importante valutare la miglior tattica da adottare per affrontare al meglio la battaglia e vincere.

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  2. Grazie Martina, anche a me fa piacere ricevere la tua visita sul mio blog!!
    Grazie e a presto!!!

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  3. Confermo!!

    Sono di leggere tuoi aggiornamenti ed ho molto apprezzato il paragone militare.

    C'è anche da dire che le difese immunitarie dipendono anche da ereditarietà (credo) e anche dallo stile di vita di ognuno di noi e le malattie affrontate nel passato e superate, giusto?

    Grazie mille per i tuoi utilissimi articoli!

    Al prossimo aggiornamento ;)

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