lunedì 20 febbraio 2012

Come affrontare ... la sindrome premestruale (parte prima)



Affronto oggi un argomento per il quale, prima di suggerire una qualsivoglia terapia (i sintomi non li elenco neppure, tanto le donne che leggeranno sapranno indubbiamente anche troppo bene di che si tratta!), ritengo doverosa una premessa.
La sindrome premestruale, che secondo le statistiche affligge almeno il 40% delle donne, di cui almeno il 10%  in maniera considerata grave (tale cioè da interferire con le normali attività della vita quotidiana) è un problema correlato strettamente allo stile di vita.
Partirò da lontano, da molto lontano all'argomento: precisamente da don Lorenzo Milani, il fondatore della famosa scuola di Barbiana, il quale sosteneva che "la peggiore ingiustizia sia trattare i diversi in modo uguale", non meno che trattare esseri uguali in modo diverso.
Ne deduco e sostengo che i ritmi lavorativi odierni, declinati tutti al maschile, siano ingiusti ed insostenibili per il sesso femminile. Prova della verdicità della mia affermazione è che è pure dimostrato che la sindrome premestruale, che da ora chiamerò SPM, è significativamente più diffusa tra donne dopo i 30 anni, a definire il ruolo delle responsabilità e del carico lavorativo nel determinarne i tipici disturbi. E che le donne con SPM hanno un calo del rendimento lavorativo e un aumento degli errori: ma chi mai ne terrà conto in caso di contenzioso dovuto ad un errore commesso dalla donna durante una SPM?!?!?

Detto questo, oltre ad invocare un auspicabile quanto improbabile mutamento della mentalità dominante (e, mi spiace dirlo, complici masochiste della propria condizione sono spesso le stesse donne!) non mi resta che avvertire il lettore, o più facilmente la lettrice, che ad ulteriore riprova di quanto sopra affermato è il fatto che la terapia dominante nella SPM non sia tanto un farmaco o un rimedio ma uno stile di vita, e che uno dei consigli più ricorrenti in merito sia "ridurre il più possibile gli impegni per quei giorni".
Lo stile di vita è fondamentale e racchiude numerosi consigli, che personalmente ho trovato addirittura più efficaci delle terapie.
1) Innanzitutto, si diceva, cercare di condurre una vita tranquilla nei limiti del possibile: uscite serali e ore piccole, impegni importanti di lavoro sarebbero da rimandare.
2) Il riposo notturno adeguato è importantissimo: ricordo che le ore maggiormente riposanti sono quelle della prima parte della notte, non quelle verso il mattino!
3) La dieta:
l'eliminazione assoluta del sale sarebbe auspicabile per contenere i gonfiori e la tensione mammaria, ma bisogna almeno ridurre drasticamente quello aggiunto, se non è possibile eliminarlo completamente. E' dura, lo so, ma in due mesetti i benefici si fanno davvero sentire e il palato si abitua a tutto.
La dieta vegetariana in questo senso può essere di aiuto in quanto molti salumi sono ovviamente salatissimi, e inoltre non va dimenticavo il significativo apporto di antibiotici e di estrogeni assunti nelle carni animali.
L'assunzione di alimenti ricchi in magnesio (alghe, basilico, coriandolo, crusca, menta, semi di zucca, aneto, salvia, cacao amaro, noci, prezzemolo, santoreggia, semi di sesamo, di senape, di cumino, di girasole, di papavero, dragoncello, maggiorana...) aiuta parecchio a controllare il nervosismo e le tensioni sia psicologiche che muscolari.
4) Una regolare attività aerobica, come camminare o correre, meglio se all'aperto, giova riducendo gonfiori e malumore, ma anche attività invernali al chiuso come il nuoto in piscina o lo yoga possono venire incontro a questi disturbi oltre ad alleviare il mal di schiena.
5) Attività di rilassamento come il training autogeno o altre forme di rilassamento mentale giovano nel controllo dell'ansia e del nervosismo.

Affronterò nel post successivo le seguenti possibili soluzioni terapeutiche: omeopatia, omotossicologia, oligoelementi, coppettazione.

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