giovedì 20 settembre 2012

Autoemoterapia n°3



Ecco la terza e ultima tecnica per eseguire un'autoemoterapia omeopatica.

Autoemoterapia a Pendolo

  • Prima seduta terapeutica: il medico aspira 1 cc di sangue al paziente e lo miscela ai farmaci scelti, dinamizza il tutto e lo inietta i.m nel deltoide
  • Seconda seduta terapeutica: il medico aspira 1,5 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Terza seduta terapeutica: il medico aspira 2 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Quarta seduta terapeutica: il medico aspira 2,5 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Quinta seduta terapeutica: il medico aspira 3 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Sesta seduta terapeutica: il medico aspira 2,5 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Settima seduta terapeutica: il medico aspira 2 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Ottava seduta terapeutica: il medico aspira 1,5 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Nona seduta terapeutica: il medico aspira 1 cc di sangue e poi segue come la prima seduta


Questa procedura deve essere praticata inevitabilmente per 9 settimane con la frequenza di 1 seduta la settimana.

E' indicata soprattutto in corso di terapie molto prolungate in cui sia necessario un riequilibrio dei sistemi regolatori ed una rivitalizzazione dei tessuti, come ad esempio negli squilibri Th1/Th2 ed altri squilibri che richiedano di venir prontamente regolati.

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mercoledì 12 settembre 2012

Autoemoterapia n°2


Ecco oggi un secondo procedimento per praticare l'autoemoterapia.
Le indicazioni sono alla fine.

Autoemoterapia delle IV Fasi

il medico aspira in siringa i farmaci scelti (i più frequentemente usati in questa pratica sono Vis Heel e Ubichinon Compositum) e li unisce ad 1 cc di sangue del paziente, quindi dinamizza il tutto e lo inietta a livello i.m. (solitamente nel deltoide).
Quindi utilizzando la medesima siringa, vi immette i restanti farmaci e li dinamizza, andando questa volta ad infiltrare i punti algici riflessi, i punti di agopuntura e il Campo di Disturbo.

Questa seconda operazione si potrà ripetere fino ad un massimo di quattro volte nella stessa seduta.

Questa procedura sarà ripetuta con la frequenza massima di 1 volta a settimana, per un tempo da definirsi secondo le istanze.

E' indicata soprattutto nelle patologie ad andamento cronico.




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lunedì 3 settembre 2012

Autoemoterapia n°1


Riprendo in mano il mio blog dopo le (meritate!) ferie con un argomento poco noto: l'autoemoterapia.

L'autoemoterapia è una pratica terapeutica certamente non nuova.
Molto vicina all'isopatia, consiste nell'iniettare il sangue del paziente al paziente medesimo, dopo averlo opportunamente omeopatizzato.
Vi sono diversi metodi per particarla. Li vedremo uno per uno nei prossimi post, partendo oggi dal primo metodo, quello di Korsakov.

Autoemoterapia Korsakoviana

il medico preleva 1 cc di sangue (solitamente dalla vena cubitale) e lo diluisce in un'identica quantità di fisiologica: quindi dinamizza ripetutamente il tutto e lo getta via. A questo punto nella siringa sporca aspirerà un altro cc di fisiologica e di nuovo lo dinamizzerà per poi gettarlo.

Dovrà ripetere questa operazione altre due volte (quindi per un totale di 4 diluizioni e dinamizzazioni).
Finito di gettar via la quarta emomeopatizzazione, aspirerà i farmaci scelti e li inietterà in muscolo (nel deltoide).

Questa procedura sarà ripetuta con la frequenza massima di 1 volta a settimana, per un tempo da definirsi secondo le istanze.

E' indicata soprattutto nelle riacutizzazioni.

Nei prossimi post vedremo le altre due tecniche utili in casi diversi per l'autoemoterapia.



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venerdì 27 luglio 2012

Neuralterapia: esplorazione del piede




Vediamo oggi come affrontare alcuni problemi comuni del piede, con sintomatologia algica, per mezzo della neuralterapia.

Spina calcaneare
definirne i limiti, quindi infiltrare con Procaina sulla e intorno alla spina, quindi rifare i pomfi con Hekla Lava e Cortison Injeel

Tendine d'Achille
i tendini non vanno mai infiltrati direttamente, pertanto limitarsi ai pomfi in loco

Neuroma di Morton
frequente nelle donne specialmente se portatrici di tacchi alti, soprattutto tra 2° e 3° o tra 3° e 4° dito del piede, fortemente dolente alla pressione. Una volta confermata ecograficamente la diagnosi procedere con un pomfo di anestetico seguito da pomfi con Rhus Tox, Bryonia, Cortinson Injeel, MD Neural, con ago da 25 mm



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mercoledì 18 luglio 2012

Neuralterapia: esplorazione del ginocchio

Anche nel caso del ginocchio, come per tutte le articolazioni già esaminate, cominceremo con un approfondito EO.
Sarà pertanto importantissimo fare un accurato paler-rouler attorno a tutta l'articolazione, per poi passare al ballottamento rotuleo.
Sempre a paziente supino, è utile creare una pressione sulle fossette sottorotulee mediale e laterale (i cosidetti "occhi" del ginocchio), nonchè sul tendine sottorotuleo, valutando l'appoggio del cavo popliteo sul piano del lettino.
Di seguito verranno effettuate le manovre per i legamenti collaterali e crociati.

A questo punto si passa alle infiltrazioni neuralterapiche e/o omeosiniatriche.
Dapprima, come sempre, procederemo con i pomfi: mediali, sottorotulei (negli occhi del ginocchio e sul tendine  rotuleo), poi sulla rotula andando parallelamente alla stessa (quindi con ago parallelo e non perpendicolare!) ed infine lateralmente, per terminare con 3 pomfi nella piega poplitea.
In caso di presenza di edemi declivi sarebbe opportuno infiltrare anche lungo in meridiano Milza-Pancreas.

A questo punto passiamo all'intrarticolare, con l'approccio anteriore a ginocchio semiflesso: nell'occhio laterale farò il pomfo di anestetico e dopo entrerò mantenendo la siringa parallela al piano del lettino, portandola ad un'angolazione di 30° rispetto alla linea mediana della rotula. Va bene un ago di 4 cm di lunghezza:



(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Terza Lezione) 



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domenica 1 luglio 2012

La medicina nel futuro


Mi piace immaginare quando, fra anni ed anni, secoli forse, o forse millenni, la medicina odierna verrà guardata attraverso il cannocchiale del tempo e sarà vista come qualcosa di molto antico, ormai superato, ed in qualche modo anche buffo.
Sì, buffo: ma non perchè saranno ulteriormente progredite le tecnologie e la chimica, bensì al contrario, perchè l'umanità sarà stata finalmente capace di riappropriarsi della natura, delle relazioni, della capacità di sintesi, e dei sistemi semplici.
Allora gli odierni "camici bianchi" saranno ricordati quasi con compassione, con un sorrisetto, esattamente come noi guardiamo alle cure praticate nei secoli trascorsi.

La medicina fino al 1600 circa era soprattutto stregoneria, alchimia, e il corpo umano un balocco con cui l'uomo stesso giocava e sperimentava.
Con l'avvento dell'anatomia patologica e della biochimica, si fa il salto alla medicina contemporanea, scientista, riduzionista, organicista: l'uomo-bambino ha voluto rompere il suo giocattolo, farlo a pezzi per sapere come funziona e studiarlo.
Ed eccoci oggi ad aggiustarne volta per volta le singole parti, ora con la chirurgia, ora con la più fine chimica farmacologica.

Ma prima o poi la scienza si renderà conto che è necessaria una nuova sintesi, sarà indispensabile restituire il corpo umano, anzi la persona, alla sua integrità, ed il fanciullo che ha smontato il suo gingillo lo dovrà riassemblare, e guardare e curare nel suo complesso.
Questa a mio avviso sarà la medicina di un futuro non so quanto lontano: una medicina elegante, indolore, globale, priva di effetti collaterali, ed anche domestica-famigliare.
Famigliare sì, dove gli ospedali ed il personale sanitario di oggi, asettici e rigorosi, spesso forzatamente distaccati, non esisteranno più e verranno anzi additati come un sistema primitivo e grezzo.
La presuntuosa medicina del 2000 sarà vista come una specie di cantiere in cui si alternavano falegnami o idraulici o elettricisti del corpo umano secondo i casi, insieme a grossolani sistemi diagnostici che richiedevano spazi enormi e goffi macchinari costosissimi, cui facevano seguito, quali terapie, dei bombardamenti macromolecolari con veri e propri veleni di cui nemmeno si conoscevano tutti gli effetti...

Io invece amo immaginare un futuro della medicina in cui nulla di macroscopico servirà più per curare ed in cui la guarigione avverrà non so ora come ma di certo in modo elegante, silenzioso, invisibile, caldo, impalpabile, fluido, ed in un contesto di intime relazioni umane.

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venerdì 22 giugno 2012

Neuralterapia: esplorazione dell'anca

Il primo approccio con l'articolazione coxofemorale deve essere la sua mobilizzazione in tutte le direzioni possibili. Già con questa prima manovra sveleremo eventuali resistenze, che se di origine legamentosa tenderanno a ridursi via via che proseguo con la mobilizzazione passiva.

Nelle limitazioni funzionali antalgiche dell'anca sono utili innanzitutto i pomfi, che si faranno in ordine semicircolare su di un piano orizzontale (parallelo al pavimento a paziente in piedi) dall'inguine fino al centro del gluteo, soffermandosi tuttavia lateralmente per fare un'altra serie di pomfi a cerchio attorno alla proiezione dell'articolazione sulla faccia laterale del gluteo (ovviamente si faranno a paziente supino, e pertanto costui dovrà ruotare sul lettino prima supino quindi sul lato controlaterale ed infine prono). Il "disegno" dei pomfi (vista laterale) verrà così:



Ancora, possiamo individuare la fossetta che si apre mettendo in abduzione la coscia, a 3 dita dal grande trocantere, sulla linea medioascellare, infiltrandola perpendicolarmente con ago da 8 cm: questa è una intrarticolare con approccio laterale: infatti aspirando leggermente vedrò il liquido sinoviale. E' consigliabile far precedere l'iniezione intrarticolare da un pomfo di anestetico, con ago ovviamente tangenziale alla cute, soprattutto ove vi sia già presente una cicatrice postchirurgica, in modo da scollarla.
Infiltrare anche il Grande Trocantere, sia con pomfo che più in profondità, e lungo i suoi margini.


Sarà fondamentale anche la ricerca del CdD, specialmente in cicatrici addominali e in zona craniale e sacroplevica.


(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Terza Lezione)




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venerdì 15 giugno 2012

Neuralterapia: esplorazione lombosacrale



Per valutare la zona lombosacrale si parte con un EO a paziente in piedi, busto eretto e gambe leggermente divaricate, con i piedi paralleli.
Tra le creste iliache e il punto di incrocio con S1 troveremo una fossetta: a questo punto, trovata la cavità, invitare il paziente a flettere prima la testa e poi il tronco in avanti lasciandoli dondolare. Se si sente diversità palpatoria tra le due fossette (cioè: un dito scorre bene sul tessuto mentre l'altro avverte una certa resistenza) ciò significa che l'articolazione sacroiliaca è bloccata (nel punto di maggior attrito palpatorio).
In un secondo momento faccio accomodare il paziente seduto sul lettino con le gambe a penzoloni e aprendo la mano sempre partendo dalla cresta iliaca arrivo col pollice pressapoco all'altezza di L4-L5: palpo i muscoli paravertebrali cercando le chelosi nelle fossette laterali. Una volta individuata una zona di chelosi la pizo con le dita e e la infiltro. (Come già ricordato, le chelosi o fibrosi sono zone mobili e a consistenza duro-elastica a differenza delle gelosi, e inoltre sono spesso disposte a rosario).
A questi livelli, se a partire dalle apofisi spinose mi sposto lateralmente di 3 dita, vengo a trovarmi sulle zone periradicolari (spazi in cui decorrono le radici dei nervi).
Se invece mi sposto lateralmente, sempre di 3 dita, ma a partire dagli spazi interspinosi, allora mi verrò a trovare nelle zone peristrasverse (sugli apici dei processi trasversi).
In entrambi i casi posso infiltrare fino a 3 cm di profondità circa, con aghi da 25-27 G x 40 mm.


Un altro tipo possibile di infiltrazione in loco è il pomfo con ago Microlance, sia sulle teste delle apofisi spinose che negli spazi interspinosi: in tal caso vado ad agire sul legamento longitudinale, che è spesso teso ed indurito.
Nel caso di algie pelviche e di disturbi vascolari degli arti inferiori sono utili pomfi molto abbondanti quantitativamente, (ossia con infiltrazione che inizia sottocute e continua intradermica durante l'estrazione dell'ago) nella zona L4-S1 nella "V" sacrale. Nelle algie pelviche sarebbe utile anche nello spazio sacrococcigeo.
Infine devo valutare le radici lombosacrali, in quanto non di rado quella che appare come una situazione di sofferenza radicolare, all'EO neuralterapico si rivela poi essere un problema di diverso genere, che potrebbe portare ad errata diagnosi di lombosciatalgia se non correttamente individuato altrove.
L2-L3: Psoas: flettere la coscia sul torace a paziente supino
L3-L4: Quadricipite femorale: a paziente supino far premere il cavo popliteo contro il lettino con l'arto inferiore teso
L4-L5: Tibiale anteriore: far fare la flessione forzata del piede contro resistenza
L5-S1: Gemello: estensione forzata del piede

Se la manovra di Lasegue è negativa molto spesso ciò è indice di dolore NON radicolare, e pertanto sarà opportuno in questi casi indagare il ramo profondo del Tibiale anteriore  e il ramo superficiale del Peroniero lungo (rotazione esterna del piede).
Una causa frequente di dolore non radicolare viene dall'Ileopsoas, con un dolore all'inguine e all'angolo superomediale della coscia. Un'altra causa è il dolore da Sindrome del Piriforme, con dolore sciatico a Lasegue negativo. Nel dubbio di S. del Piriforme invitare il paziente a flettere la coscia sul torace a paziente supino, spingendo contemporaneamente il ginocchio in direzione controlaterale (ossia medialmente) e subito dopo spingendolo lateralmente: a ginocchio in direzione mediale si ha dolore, con coscia lateralizzata si ha sollievo.


(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Terza Lezione)  

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venerdì 1 giugno 2012

Neuralterapia: esplorazione della spalla

(Immagine tratta dal sito: http://www.schmidtandclark.com/intra-articular-pain-pump)


Esempio di trattamento sulla spalla dolorosa.
Oltre alla regina della neuralterapia (Procaina allo 0,8%) la spalla dolorosa in generale si gioverà di: Arnica (a causa della probabile flogosi), Bryonia e Apis (coinvolgimento delle sierose, edema), Ferrum Homaccord (tropismo locoregionale), Hekla Lava ed Organoterapico specifico Suis.
Con ago Microlance (30 G X 13 mm) in prima battuta, oltre a tutti i punti dolenti da ricercare con il palper-rouler e la palpazione profonda, si infiltrano:
sui meridiani i punti 4-5-15 del Grosso Intestino, 18 Piccolo Intestino. Poi i punti riflessi e i Trigger Point,
5-6 punti sull'interascellare, 5-6 punti sulla sottoclaveare, 5-6 punti sulla sovraspinosa, il ventre del Deltoide, la mastoide e la tabacchiera anatomica, in quanto frequentemente interessate nella patologia della spalla, e naturalmente il CdD. Se necessaria si pratica anche l'intrarticolare preferibilmente con accesso posteriore (il plesso brachiale corre anteriormente):



(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Seconda Lezione) 



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sabato 26 maggio 2012

Neuralterapia: esplorazione della zona cervicale




Quando si affrontano le patologie (generalmente algie) del tratto vertebrale cervicale è fondamentale ricordare quanto queste alterazioni siano spesso risolvibili con il trattamento craniofacciale.

Nelle patologie algiche del collo i rimedi più frequentemente utilizzati sono Cimicifuga ed Arnica.

Anche qui andremo naturalmente a cercare i punti riflessi algici con il palper-rouler specialmente sui processi spinosi, i Trigger Point, l'eventuale (probabile) CdD e i punti di agopuntura interessati.

E' altresì importante ricordare come nel distretto cervicale sia presente una consistente componente legamentosa, pertanto è questa la causa di dolore più frequente rispetto alle strutture ossee ed articolari. Ciò ha come conseguenza che oltre ad una terapia infiltrativa si rende spesso necessaria una complementare terapia manuale.

Come si effettua l'esame del distretto cervicale?
- Sternocleidomastoideo (C1-C2): effettuare una rotazione forzata del capo per valutare il muscolo controlaterale alla direzione dello sguardo
- Trapezio (C3-C4-C5): sollevare le spalle contro resistenza (il CdD è frequentemente tonsillare)
 - Sovraspinoso (C4-C5): fare abdurre l'arto superiore flesso fino ad un massimo angolo di 30 gradi col torace, con resistenza sul gomito

- Deltoide (C4-C5-C6) : anteriore, medio e posteriore rispettivamente:
 abduzione forzata dell'arto superiore dapprima proteso in avanti, quindi di lato ma oltre i 30° gradi di angolazione con il torace, ed infine per la componente posteriore facendo abdurre posterirmente ad avambraccio flesso e spingendo contro il gomito indirezione anteriore

- Bicipite (C5-C6): fare "braccio di frerro"
- Capo lungo del Bicipite (C5): far flettere l'avambraccio sul braccio con la mano in posizione sagittale, con il pollice verso l'alto (flessione del'avambraccio parzialmente pronato).
- Tricipite (C6-C7-C8): fare "braccio di ferro" al contrario ossia in estensione forzata dell'avambraccio flesso sul braccio
- Abduttori e flessori lunghi e profondi del pollice e delle dita (C8-T1): forzare le dita della mano aperte prima in abduzione (pollice ed indice opposti) e poi in adduzione

E' interessante notare a questo punto che se sia i Trapezi che il Sovraspinoso sono dolenti e/o indeboliti ciò è forte indice di un problema cervicale, in quanto questo muscoli hanno la medesima radice (C2, C3), mentre al contrario se si trova indebolito solo l'uno o l'altro ciò è indicativo di una problematica muscolare.

                                                 



(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Seconda Lezione) 

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mercoledì 23 maggio 2012

Neuralterapia: esplorazione della zona craniofacciale

La corretta sequenza diagnostica della ricerca del CdD nella zona cranica si trova qui.



(Immagine dell'atlante di anatomia umana "Netter")


Tecniche infiltrative del massiccio craniofacciale.

Articolazione Temporomandibolare (ATM): con i polpastrelli di due dita sui condili far aprire la bocca lentamente. A metà corsa si aprirà sotto le dita una fossetta da aggredire prependicolarmente con Microlance  (30G x 13 mm). Effetti collaterali: se si sfiora il VII nervo cranico la Procaina può provocarvi una paresi transitoria.

Denti: infiltrare almeno 3 pomfi per lato sia nell'arcata superiore che in quella inferiore (totale 12 infiltrazioni) al confine tra gengiva e labbro, nel vestibolo buccale

Alcune situazioni patologiche frequenti.

Paresi del VII nervo cranico
Utili MD Neural, MD Matrix e MD Muscle eventualmente con Gelsemium Homaccord e/o Mezereum Homaccord e/o Ranunculus Homaccord (questi ultimi due se la causa è erpetica), più Causticum e/o Cuprum e/o Rhus Tox
Punti da infiltrare sui meridiani: 4 e 5 Stomaco, 1 e 14 Vescica Biliare, 19 Intestino Tenue
Altri punti: intramuscolare in orbicolari dell'occhio e perilabiali

Acufeni: utili Cocculus, Hamamelis, Aesculus, Solanum

Sinusiti: oltra alla terapia infiltrativa locale (secondo i canoni della Neuralterapia, quindi con ricerca di zone dolenti al palper-rouler e dei Trigger Point, nonchè del CdD), risulta utile una terapia aereosolica con Calcium Bichromicum, Apis, Pulsatilla, Galium, Echiancea, Euphorbium, acqua termale salina. Inoltre non va dimenticata l'importanza di una terpia immunostimolante per os specialmente ai cambi di stagione, ed una eventuale autoemoterapia, sempre ai cambi stagionali.

(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Seconda Lezione) 

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mercoledì 16 maggio 2012

Il Campo di Disturbo (o Focus): aspetti terapeutici

Segue da qui ...


Dopo aver individuato il CdD con un'accurata diagnosi, dovremo cercare di eliminarlo tramite un vero e proprio switch-off sulle cellule del SNA.

Le tecniche a disposizione sono tante:

  • manuali
  • mediche classiche
  • mediche regolatorie: mesoterapia, agopuntura, omeopatia, omotossicologia, omeosiniatria, neuralterapia


La Neuralterapia utilizza la Procaina sui punti di algia e algia riflessa, sulle cicatrici, sui foci flogistici, sui gangli, sulle radici nervose, sui tronchi nervosi.
La diluizione ottimale della Procaina è quella allo 0,8-1%. Pertanto, avendo a disposizione fiale al 2% da 2 ml, possiamo portarla alla concentrazione ideale in una siringa da 5 ml semplicemente riempiendo la siringa con 1,3-1,5 ml di Procaina al 2% e tirando fino a 5 ml con fisiologica (e/o sodio bicarbonato 1 mEq e/o rimedi omeopatici) (Per maggiori dettagli si veda qui)

L'Omeosiniatria utilizza farmaci omotossicologici sui punti di algia e algia riflessa, sui punti di agopuntura, sugli zonidi, sui punti di Weihe, sui foci flogistici, sui trigger point, sul CdD (in particolare sui CdD del massiccio facciale e dell'apparato gastroenterico)
Molto utili i Medical Device, che in realtà non sono veri e propri rimedi omotossicologici ma composti con una componente fissa, il Collagene, ed una variabile con un suo spiccato tropismo tissutale.
Hanno un ruolo quasi di drenaggio, in quanto il collagene stimola la ristrutturazione collagenica del connettivo e quindi aumenta la responsività ai successivi stimoli omotossicologici

L'Omeomesoterpia si potrà fare su tutti questi punti con rimedi di drenaggio, con composti semplici, con rimedi in accordo di potenza, con compositum ad azione di stimolo generale (allopatici omeopatizzati, nosodi, catalizzatori intermedi, omeopatici classici), con compositum ad azione di stimolo tissutale (contenenti organi suis), con unitari a diluizione scalare.

Naturalmente, come già detto sopra, possiamo fare una specie di Impletol Neuralterapico miscelando 1 - 1,5 ml di Procaina al 2% con 3,5 - 6 ml di fisiologica: a questo punto dinamizzo con alcune decine di succussioni, in modo da miscelare perfettamente la soluzione, e quindi vi aggiungo il rimedio o i rimedi omotossicologici/omeopatici: in tal modo avrò il vantaggio di unire la tecnica neuralterapica pura con la tecnica omosiniartrica e otteniamo un aumento di volume iniettabile, senza incappare nello svantaggio dell'interazione di un farmaco (nel caso la Procaina) sui rimedi omeopatici.


(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Prima Lezione)

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mercoledì 9 maggio 2012

Il Campo di Disturbo (o Focus): come ricercarlo

Segue da qui ...

La ricerca del CdD è parte fondamentale della visita medica neuralterapica.
Come ogni vista medica si articolerà secondo i canoni della metodologia clinica classica:
anamnesi, esame obiettivo, indagini di laboratorio e strumentali laddove necessarie.
Tuttavia si darà particolare enfasi ad alcuni aspetti. Vediamoli nella corretta sequenza semeiologica.

Anamnesi
flogosi subacute e croniche dall'età infantile
infezioni subacute e croniche dall'età infantile
traumi pregressi e recenti (il trauma scatena sempre una reazione flogistica)
interventi chirurgici (sono un insulto traumatico tessutale e creano discontinuità tissutale)
malattie dismetaboliche croniche
disturbi dell'umore
disturbi del sonno

Esame obiettivo
  • alterazioni posturali e dei movimenti
  • presenza di trigger point
  • presenza di gelosi (presenti nel cuore del muscolo, si trovano soprattutto in zona cervicodorsale, sia per motivi posturali che per il fatto che nella zona interscapolare abbiamo numerosi riflessi splancnici - esofago e stomaco a sinstra, fegato e cistifellea a destra)
  • presenza di fibrosi (le fibrosi, o chelosi, si trovano invece principalmente nella zona lombosacrale, localizzate tra i muscoli e le fasce superficiali)
  • presenza di cicatrici (tutte, anche quelle "fisiologiche" come l'ombelico, anche le più piccole come quelle da varicella. Infatti tutte le cicatrici, ma specialmente quelle addominali, interrompono i metameri e comunque i tessuti)
  • motilità passiva segmentaria
  • contratture muscolari
  • esplorazione delle emergenze trigeminali, della motilità occlusale, dei pilastri tonsillari, delle arcate dentarie (Sotto darò spiegazioni dettagliatissime in merito all'esecuzione dell'EO cranico!)
  • esplorazione dei quadranti addominali (questo è uno dei punti più importanti, in quanto il massiccio facciale è altamente innervato: infatti ha concentrati tutti gli organi di senso in quanto filogeneticamente serviva per la ricerca del cibo, e quindi in ultima analisi per la sopravvivenza.)
  • ROT e sensibilità segmentari

In merito all'EO cranico è necessario entrare nel merito di ogni sua singola fase.
1) Emergenze trigeminali sovraorbitarie: premere sull'incisura, che andrà infiltrata con ago Microlance (30 G X 13 mm) in direzione caudocraniale
2) Emergenze trigeminali infraorbitarie: premere sul forame, che andrà infiltrato in direzione craniocaudale
3) Margine mediale della mastoide, da infiltrare in direzione caudocraniale facendo scorrere l'ago lungo il margine della mastoide
4) Glabella: corrisponde al seno sfenoidale
5) Vertice (sulla zona di lieve depressione corrispondente alla fontanella): come la glabella
6) ATM: posizionale il V dito di ogni mano nel CUE e far aprire e chiudere molto lentamente la bocca per valutare eventuali asimmetrie o dolori
7) ATM: posizionando la mano a piatto all'esterno dell'articolazione
8) Muscolo temporale: posizionarvi la mano a piatto e far fare azione di masticazione (I temporali sono importantissimi nelle cefalee!!)
9) Muscolo temporale: ricercare subito dopo la prima manovra eventuali trigger point
10) Massetere: valutarli con le mani a piatto e facendo masticare il paziente. Il massetere contratto ha spesso come CdD l'intestino, diversamente sono causati da una malocclusione, oppure possono essere provocati dal bruxismo. In quest'ultimo caso è utile una terapia orale e anche infiltrativa con Cuprum e Iosciamus, con ottimi risultati specialmente in età pediatrica.
11) Pterigoidei esterni: con i guanti andare a premere tramite il dito indice nel vestibolo buccale omolaterale (ovvero: il mio dito indice destro premerà nel vestibolo buccale destro del paziente e idem per il sinistro), premendo verso l'alto e l'esterno subito dopo l'ottavo dente
12) Pilastro anteriore: questi sono un crocevia neurovegetativo ed immunitario, e i processi flogistici qui cronicizzati diventano spesso un CdD osteoarticolare , in special modo delle grosse articolazioni
13) Test dei denti: oltre alla pressione con uno specillo valutare i colletti dei denti e l'adesività della mucosa all'osso mascellare. Cercare eventuali granulomi apicali, riassorbimenti delle ossa mascellari, denti devitalizzati.
14) Cicatrici del viso, anche quelle piatte e minuscole come da vecchia varicella. Dal momento che il farmaco di elezione da usare sulle cicatrici come CdD è la Procaina, vi farò il test del CdD con Procaina e basta.


Continua ...




(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Prima Lezione)

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mercoledì 2 maggio 2012

Il Campo di Disturbo (o Focus): ipotesi sulla genesi



In Neuralterapia è fondamentale la ricerca del Campo di Disturbo, o Focus, o "spina irritativa", che da ora in avanti chiamerò per brevità CdD.
Se si potrebbe obiettare che non è detto che debba a tutti i costi essere presente un CdD, tuttavia è pur vero che nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti che si rivolgono al neuralterapeuta lo fanno dopo molteplici e vani tentativi terapeutici, e ciò vale a dire dopo una lunga storia. Quindi spesso ci troviamo di fronte a patologie non acute ma croniche, recidivanti, che pertanto hanno con maggiore probabilità un focus in senso neuralterapico.

Il CdD è provocato da un insulto al nostro sistema di regolazione (il sistema PNEI o psiconeuroimmunoendocrino, che è ricco di interconnessioni grazie al SNA - sistema nervoso vegetativo o autonomo),  il quale si trova costretto a cercare modalità di adattamento (solitamente con meccanismi a feed-back negativo). Tuttavia, per insulti eccessivamente stressanti o comunque troppo prolungati nel tempo,  si giungerà all'esaurimento delle capacità di resilienza del sistema. A questo punto la situazione diventa irreversibile (solitamente a causa dell'innescarsi di meccanismi a feed-back positivo) e si crea il CdD.

I più comuni stimoli alla formazione di un Focus sono:

  • infiammazioni (e quindi anche infezioni) soprattutto subacute e croniche
  • traumi
  • interventi chirurgici
  • cicatrici (sia cutanee che interne come le aderenze).

Pare che nel CdD le cellule rimangano costantemente in stato di eccitazione, ossia depolarizzate, fino al limite massimo della caduta di potenziale di membrana: a questo punto di esaurimento la cellula si "spegne".
Trattandosi però di una cellula del SNA (Sistema Nervoso Vegetativo o Autonomo), poichè tale è il sistema di principale regolazione ovverosia la "rete" del nostro organismo, giunti al suo esaurimento energetico va da sè che la regolazione non è più possibile.
Questa non-regolazione parte dal SNA ma naturalmente, per via neurologica e biochimica, si trasmette a cascata al sistema PNEI (psiconeuroimmunoendocrino), viaggiando così fino a punti anche molto distanti dell'organismo: in altre parole, si è creato il Focus, o CdD.

Continua ...

(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Prima Lezione)

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venerdì 20 aprile 2012

Immunoterapia omeopatica



L'immunoterapia omeopatica è, rispetto all'omeopatia Hannemaniana, un'applicazione piuttosto recente ed innovativa, nonchè applicata con criteri terapeutici leggermente diversi dalla prima.
Forse in questo senso non si potrebbe parlare effettivamente di omeopatia vera e propria. Ma vediamo cosa caratterizza l'immunoterapia omeopatica, e in cosa si differenzia specificatamente dall'omeopatia Hannemaniana.

Prima di tutto vediamo quali caratteristiche le due terapie hanno in comune:
- entrambe sono finalizzate a stimolare le capacità reattive dell'organismo, agendo sul network PNEI (sistema psiconeuroendocrinoimmunologico)
- entrambe parlano il linguaggio dell'infinitesimale (nanomoli, fentomoli), ossia vengono preparati secondo i principi classici omeopatici della diluizione e della dinamizzazione.

Cosa invece le distingue?
- L'immunoterapia omoepatica va intesa come una vera e propria bioterapia, e in questo, avvicinandosi molto all'omotossicologia, viene a costituire un probabile "ponte tra la medicina classica e l'omeopatia Hannemaniana" (H. H. Reckeweg). Pertanto in quanto bioterapico, il rimedio immunoterapico non sarà somministrato secondo le regole della similitudine hannemaniana (sintomatologica) ma in base alla similitudine o uguaglianza biologica (in questo senso più che omeopatico è isopatico).
- Ulteriore conseguenza dell'essere bioterapico sta nell'utilizzo delle dosi: basse dosi (fino alla 5 CH) saranno utilizzate per stimolare l'organo malato, dosi medie (7 CH, 9 CH) per modularne la funzione, dosi alte ( 9 CH - 200 CH) per inibirla, esattamente come accade in omotossicologia.

Quali sono le sostanze più utilizzate in microimmunoterapia omeopatica?
Avremo un bel ventaglio di scelte, tutte direttamente od indirettamente indirizzate allo stimolo immunitario.
Gli acidi nucleici (DNA; RNA), citochine (IL-interleuchine, INF-interferoni), allopatici omeopatizzati, bioterapici-nosodi (ad esempio virus ma anche batteri), ormoni, fattori di crescita (come EGF, TNF, NGF, TGF, PDGF, eritropoietina), immunoglubuline e anticorpi HLA, altri mediatori dell'infiammazione (ad esempio le prostaglandine), e tanti altri.

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venerdì 13 aprile 2012

Come affrontare ... l'astenia

 

 

 
Ecco un argomento tipicamente primaverile, ma non solo.
La stanchezza cronica, o astenia cronica.

 
Come ci possono aiutare le medicine non convenzionali in questo tipo di disturbo, così tanto frequente?
Innanzitutto è sempre indispensabile farne la diagnosi corretta.
L'astenia è un sintomo, e pertanto ci deve indurre a ricercarne le cause, che possono essere fra loro molto diverse.

 
Le cause più comuni di astenia cronica sono: anemia (e anche qui poi le cause sono tantissime e vanno indagate), distiroidismi e più in generale anche molte altre malattie endocrine specialmente diabete e morbo di Addison, depressione dell'umore, malattie croniche di vario tipo (autoimmuni, tumori, TBC ... ), convalescenza dopo malattie infettive acute, insufficienza d'organo (cardiaca, renale, epatica), cause iatrogene (beta bloccanti, diretici), sindrome premestruale, alterazioni del ritmo sonno-veglia, intossicazioni da metalli pesanti, e ultimo ma non ultimo il frequentissimo "stress" psicofisico, che spesso altro non serve che a mettere un'etichetta diagnostica su una stanchezza di origine ignota.

 
Bisogna poi differenziare le astenie generali da quella meramente fisica, muscolare, più rara.
Con questo post pertanto ci soffermeremo sulle astenie generalizzate, che sono appunto le più frequenti nell'ambulatorio del medico di famiglia.

 
Come possiamo affrontare il problema?
Indubbiamente cercando di risolvere il problema alla radice, con un'accuratoprocedimento diagnostico, altrimenti dopo poco ci ritroveremo daccapo.
Tuttavia vi sono validi metodi in diverse discipline terapeutiche cosiddette "dolci".
Vediamoli.

 
Omeopatia:
  • Arsenicum: prostrazione durante la malattia acuta, assieme  a grande agitazione e stato ansioso
  • Psorinum, eventualmente con Sulphur, sarà utile in tutte quelle forme di prostrazione che seguono a gravi malattie acute, durante il periodo di convalescenza
  • China: stanchezza dopo abbondanti perdite di liquidi (emorragie, disidratazioni ... )
  • Calcarea carbonica: in pazienti con la costituzione tipica (soprattutto bambini, sovrappeso, pallidi, tarchiati)

 
In realtà la lista di rimedi unitari omeopatici potrebbe continuare ed essere lunghissima; io ho citato solo quelli ad uso più comune e di carattere generale, in quanto bisognerà poi far rifermento alle specifiche situazioni.

 
Omotossicologia:
  • Selenium compositum con
  • Acidum Phosphoricum Homaccord,
  • China  Homaccord e
  • Tonico Injeel,
  • più un adeguato drenaggio,
sono una possibile terapia omotossicologica di base per fronteggiare l'astenia, almeno in attesa di definirne l'origine. Dopo la diagnosi sarà necessaria una terapia mirata.

Da questo punto di vista l'omootssicologia ed anche l'omeopatia possono avere un indiscusso interesse.
Infatti in particolare nelle astenie da probabile origine tossica, dal momento che è possibile riferire la stanchezza cronica ad un chelante qualche enzima o altra molecola, risulta molto efficace il drenaggio associato alla litogemmoterapia dechelatrice.

 
Neuralterapia:
può essere presente talora un campo di disturbo.
In questi casi sarà opportuno ricercare prima eventuali punti dolenti seguendo tutte le radici dei nervi spinali, i relativi dermatomeri e i trigger point, quindi trattare quelli dolenti ed infine andare a ricercare il campo di disturbo. Spesso sono campi di disturbo in senso neuralterapico le cicatrici, anche di vecchissima data, o foci cranici (seni paranasali e denti, tutti da testare col test dei denti neuralterapico), od infine foci pelvici.

 
Infine, anche la coppettazione cinese può adiuvare il trattamento, specialmente se praticata nei punti:
LU (polmone) 1, ST (stomaco) 36, SP (milza-pancreas) 21, BL (vescica urinaria) 13, BL20, BL23, BL42-43, BL52, GB (cistifellea) 20, LR (fegato) 13-14, CV (vaso concezione) 8, GV (vaso governatore) 4, GV9, GV14

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venerdì 6 aprile 2012

Come affrontare ... la cellulite


Parliamo oggi di un piccolo problema estetico ma non solo (nei casi più gravi), ancora una volta tipicamente femminile (dico ancora una volta perchè ultimamente mi son dedicata preferenzialmente a problematiche che colpiscono maggiormente il gentil sesso, dalle cistiti alla sindrome premestruale alle vampate menopausali).

Non mi soffermo sulla possibile genesi, le cause e concause del problema, peraltro ben note alla maggior parte delle persone, ma vado direttamente ai possibili trattamenti.

Naturalmente se consideriamo la cellulite dal punto di vista della tavola delle omotossicosi essa risulta chiaramente una fase di deposito/impregnazione.
Pertanto un drenaggio per via generale sarà indispensabile, sebbene non sufficiente in quanto questo problema, fortemente localizzato, richiede sempre anche un trattamento locale.
Il trattamento omotossicologico in situ è di tipo intradermico, ovvero mesoterapico.

Per via sistemica sono sempre utilissimi i seguenti rimedi-base omotossicologici:

  • Lymphomyosot gocce
  • Galium Heel gocce
  • Coenzyme compositum fiale nella donna giovane, mentre in quella più avanti di età o comunque molto intossicata preferiremo Ubichinon Compositum

A questi a seconda dei casi si aggiungeranno:

  • Adpes suis se necessario l'organoterapico, per dare una fortissima spinta drenante
  • Natrum sulphuricum fiale o granuli se la paziente ha la caratteristica forma ginoide detta anche " a pera"
  • Graphites Homaccord gocce (se l'adposità è chiaramente localizzata) o fiale o Graphites Injeel fiale, in generale se prevalgono le caratteristiche tipo Graphites
  • Biom 3 capsule, una mattina e sera
  • Anti Age Cell granuli se prevale l'aspetto di intossicazione cellulare
  • Anti age Ven granuli se domina l'insufficienza venosa

Sarà opporuno aggiungervi i rimedi tipici dell'apparato neuroendocrino-ginecologico femminile nei casi vi sia uno scompenso a questo livello, quali

  • Hormeel S e/o
  • Liluim Compositum,

oppure i rimedi dell'insufficienza venosa se coesiste questa problematica

  • (Hamamelis Homaccord eventualmente alternato ad Aesculus Injeel, Vipera Berus quando c'è stasi venosa che si accentua la sera ai malleoli, Vena suis).

Nella paziente che suole abusare di diuretici ci serviremo di

  • Solidago Compositum S 

mentre se la causa (o più probabilmente la concausa) è da ricercarsi in un ipotiroidismo sarà utile aggiungere al cocktail anche

  • Fucus Compositum

Localmente saranno utili gli stessi prodotti in fiale

Da non trascurare l'importanza della dieta, con abbontante idratazione e ricchezza di frutta (specialmente pompelmi ed ananas) e verdura, e un'adeguata attività fisica, meglio ancora se all'aria aperta.

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sabato 31 marzo 2012

Neuralterapia: controindicazioni ed interazioni

La Neuralterapia, come tutte le terapie, ha le sue controindicazioni, ossia quei casi particolari in cui non deve essere eseguita in quanto di creerebbero condizioni spiacevoli se non addirittura pericolose per il paziente.

Le controindicazioni alla Terapia Neurale sono le seguenti:
  • emofilia
  • terapie anticoagulanti ed antiaggreganti (TAO, ASA)
  • epatiti ed insufficienze epatiche gravi
  • miastenia gravis
  • blocco di branca grave e BAV grave
  • deficit di pseudocolinesterasi
  • concomitante terapia con sulfamidici
  • gravidanza

I farmaci che interferiscono con la Terapia Neurale sono:
  • sulfamidici (controindicazione)
  • corticosteroidi (ne annullano o almeno riducono l'efficacia)
  • citostatici (ne annullano o almeno riducono l'efficacia)
  • psicofarmaci (ne annullano o almeno riducono l'efficacia)
  • concomitanti o recenti antibioticoterapie multiple (ne annullano o almeno riducono l'efficacia)


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martedì 27 marzo 2012

Corso Neuralterapia: appunti sparsi 3a lezione (dott. Pavesi)

Presentazione di alcune tecniche iniettive:

1) Tecnica di Mink per il tronco del simpatico, bilaterale (indiretta)
Con ago G24 x 4 cm (o G 23 x 6 cm in paziente obeso) e Procaina all'1% (0,8-1%), scendere nello spazio interspinoso perpendicolarmente alla colonna vertebrale, ad un dito dal bordo dell'apofisi spinosa. Appena tocco l'osso torno indietro di circa 1-2 mm ed inietto 2-3 cc di farmaco.
Si può praticare da C7 in giù, bilateralmente, laddove alla percussione le spinose risultavano dolenti 8esempi: sciatica, sciatalgia)

2) Spazio ginecologico
Con la medesima diluizione di Procaina (in definitiva quella per zone circoscritte) ed ago G27 x 4 cm, mi porto a due dita dalla sinfisi pubica e a due dita dalla spina iliaca anterosuperiore, e scendo obliquamente in direzione dell'ano. Faccio una doppia aspirazione (ossia aspiro quindi giro la siringa di 180° per sincerarmi di non aver precedentemente puntato contro la parete di un vaso, quindi riaspiro) e quindi inietto 3 cc circa di farmaco. Unica accortezza: far sì che la paziente abbia appena urinato (in caso contrario potrei aspirare urina e non accade nulla di grave senonchè dovrò buttare via tutto e rifare daccapo).
Nella donna ricordarsi sempre l'anamnesi peripartum, specialmente in donne già appendicectomizzate che hanno subito un'epimisiotomia, in quanto il doppio taglio a destra può comportare (se l'epimisiotomia è destra, ovviamente) lesioni vagali che diventano spesso campo di disturbo per la depressione post-partum.

3) Ganglio sfenopalatino
Puntare con ago G27 x 4 cm (o per 2,5 cm le prime volte) da sopra lo zigomo allo zigomo controlaterale

4) Ginocchio
Ricordarsi innanzitutto che gonalgie sine causa possono essere dolori vascolari riferiti! Quindi iniziare come al solito con pomfi e trigger point laddove duole, sia dove duole spontaneamente sia dove duole ai movimenti e alla palpazione (palper-rouler e trigger point). Secondariamente aggredire l'articolazione (da sopra o da sotto) ed eventualmente la vena femorale con 2-3 cc di Procaina all'1%





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martedì 20 marzo 2012

I litogemmoterapici




Ho accennato più volte ai rimedi litogemmoterapici.
Ma di cosa si tratta?
Si tratta di rimedi complessi, ossia composti da più rimedi omeopatizzati diversi, in cui vi sono in percentuali differenti sia litoterapici che gemmoterapici.

La litoterapia dechelatrice fa uso di minerali e rocce diluiti e dinamizzati. Sappiamo che molti di questi si trovano in tracce nel nostro organismo, col compito di coenzimi. Purtroppo nonostante siano normalmente assunti e presenti nel nostro corpo, spesso essi si trovano in stato inattivo in quanto chelati, ossia imprigionati all'interno di un altra molecola, e resi pertanto di fatto presenti ma indisponibili all'azione. Sono chelanti ad esempio molte molecole a base di zolfo, così come i pesticidi e gli insetticidi inorganici, nonchè molti farmaci.
I litoterapici hanno il compito di aiutarci a liberare gli oligoelementi sequestrati, contribuendo in tal modo al drenaggio. In questo compito la diluizione ottimale è generalmente la D8, con assorbimento sublinguale.

La gemmoterapia invece è una branca della fitoterapia che fa uso di macerati glicerici (ossia dell'intera gemma) che a differenza di molti altri prodotti di derivazione vegetale apportano la totalità della pianta, con i suoi principi attivi, e in particolare la gemma contiene tutta la ricchezza del germoglio, della pianta in potenza.

I rimedi litogemmoterapici si propongono la sinergia tra questi due elementi, pertanto li possiamo considerare una terapia a base di oligoelementi (anzi di più, perchè non contengono solo lo ione in causa ma tutto il minerale) e di fitoterapici (anzi meglio della fitoterapia tradizionale, perchè non contengono la pianta adulta ma il suo germoglio, ricchissimo di sostanze in quanto potenziale energetico che ancora deve crescere e svilupparsi).
Ve ne sono diversi preparati in commercio, io solitamente mi affido ai complessi LI.GE.MED., comodamente già suddivisi per organi/apparati del corpo umano.


Fonti: "La materia medica omeopatica clinica e associazioni bioterapiche" M. Tétau, ed. Nuova Ipsa

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giovedì 15 marzo 2012

Giornata internazionale dell'omeopatia

Lunedì 16 Aprile torna “Stiamo bene…naturalmente”, iniziativa promossa dall’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AIOT) in occasione dei festeggiamenti per la Giornata Internazionale della Medicina Omeopatica.
In Italia l’AIOT mette a disposizione dei pazienti una rete di medici convenzionati disponibili a una visita gratuita per una vsita medica omeopatica-omotossicologica.
La visita è prenotabile consultando i medici disponibili sul sito della giornata internazionale della medicina omeopatica.
L’iniziativa vuole anche essere un’occasione per stimolare le istituzioni al rispetto del principio di libertà di scelta terapeutica di medici e di pazienti, sancito dalla Costituzione Italiana.


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venerdì 9 marzo 2012

Dosaggi e diluizioni della Procaina in Neuralterapia


In questo post voglio cercare di riassumere in modo schematico i dosaggi e le corrette diluizioni da fare in Neuralterapia secondo quanto ci è stato detto nelle prime due lezioni del corso dai dottori Romani e Pavesi.
E' una precisazione importante perchè le indicazioni si discostano leggermente da quelle, secondo i docenti troppo aggressive, della scuola originale tedesca, così come le troviamo scritte nel testo principale di Terapia Neurale, il Barop ("Manuale e Atlante di Terapia Neurale", Hans Barop, Ed. Edi-Ermes).

Si configurano due casi:

1) per tutte le iniezioni in zone limitate (cavità e gangli):
Faremo un cocktail con una parte di Procaina al 2% (Pasconeural-Injektopas) e una parte di Fisiologica, portando in tal modo la Procaina alla diluizione ottimale (che sarebbe tra 0,8-1%). In pratica faremo una diluizione Procaina al 2%/Fisiologica di tipo  1:1 senza bicarbonato (tanto per esemplificare: per le fiale di Pasconeural 2% da 2 ml usare 2 ml di Fisiologica, per le fiale da 5 ml usare 5 ml di Fisiologica), iniettando sempre 1 cc o più per lato, regolandoci secondo il quantitativo necessario.

2) per trattare i trigger point e per fare i pomfi intradermici invece, dovendo trattare spesso zone estese, possiamo oscillare tra due concentrazioni:
  • o 200 mg di Procaina al 2% diluita in 100 ml di fisiologica e 10 ml di sodio bicarbonato 1 mEq: per ottenere  questo dosaggio utilizzare 10 ml di procaina al 2%, (quindi o 5 fiale da 2 ml al 2% - ogni fiala contiene 40 mg di Procaina - oppure 2 fiale da 5 ml) da miscelare con 100 ml di fisiologica e 10 ml di bicarbonato di sodio 1 mEq; 
  • oppure 100 mg di Procaina al 2% diluita allo stesso modo: per ottenere questo dosaggio utilizzare invece 1 sola fiala da 5 ml al 2% (contenente quindi 100 mg di Procaina al 2%), sempre in 100 ml di  fisiologica  + 10 ml di bicarbonato 1 mEq.
In questi due casi la finalità del bicarbonato è doppia: da un lato aumenta la biodisponibilità della Procaina, dall'altro contribuisce ad alcalinizzare la matrice di queste zone, che se trovate dolenti (e spesso dure ed impastate alla palpazione) significa che la matrice intercellulare è in stato di gel, e quindi in acidosi. Il bicarbonato aiuta ulteriormente a riportarla ad un pH meno acido e quindi in stato di sol. 
A questo punto è altresì da notarsi che le infiltrazioni intradermiche, sottocutanee e muscolari (trigger point) sono le più importanti in assoluto, in quanto vanno ad agire sulla matrice impregnata.

3) I dosaggi massimi da non superare mai sono 120-200 mg per seduta se non si è operatori molto esperti, altrimenti attenersi ad un dosaggio massimo di 200-240 mg per seduta.
Infatti, sebbene la scuola tedesca preveda un dosaggio massimo di Procaina di 400 mg (quindi di 10 fl da 2 ml o 4 fl da 5 ml) la scuola italiana lo ritiene comunque troppo aggressivo, (così come ritiene altresì troppo aggressive le tecniche infiltrative tedesche!) e suggerisce di attenersi al dosaggio massimo iniziale di volume uguale a 5-6 ml (corrispondente a quello di 3 fiale da 2 ml oppure una 1 fl da 5 ml), e comunque, anche una volta acquisita esperienza, ad un volume massimo di 10-12 ml al 2% (in pratica ad un massimo di 5-6 fiale da 2 ml o di 2 fiale da 5 ml) per seduta neuralterapica.



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domenica 4 marzo 2012

Aghi Ladurner Hospitalia per Neuralterapia




Innanzitutto per effettuare una seduta neuralterapica, oltre a tutti gli strumenti usuali di un medico (studio, lettino, lavabo, fonendoscopio, sfigmomanometro, otoscopio, abbassalingua, luce, prontuario farmaceutico, kit farmaci primo soccorso e relativo materiale ecc. ...) servono particolarmente.


  • guanti monouso
  • iodopovidone per la disinfezione cutanea
  • fisiologica: flaconi da 100 ml
  • bicarbonato di sodio: fiale ad 1 mEq da 10 ml
  • procaina: fiale al 2% da 2 ml o da 5 ml
  • siringhe da 2 ml e da 5 ml
  • aghi


Ecco vorrei presentare gli aghi utili alla pratica neuralterapica, secondo le lezioni del dottor Romani e del dottor Pavesi al corso di neuralterapia.

Farò riferimento in particolare agli aghi forniti dalla casa produttrice di Merano, Ladourner.



Ago Terumo grigio 27 G x 2 cm: molto maneggevole, adatto a fare i pomfi (mesoterapia)







Ago Luer Lock (Microlance) giallo 30 G x 13 mm: solo per pomfi mesoterapici in zone di cute delicatissima come ad esempio il volto (utilizzato per troppo tempo stanca la mano)







Ago Terumo viola 24 G x 2,5 cm: se devo fare moltissimi pomfi in una donna, al posto del 27 G per stancare meno la mano







Ago Terumo blu 23 G x 3 cm: se devo fare moltissimi pomfi in un uomo, al posto del 27 G per stancare meno la mano







Ago Terumo rosa 18 G x 4 cm: serve solo per caricare e scaricare le flebo e le fiale







Ago Braun blu 23 G x 8 cm: ago lunghissimo adatto per infiltrare trigger point muscolari molto profondi







Ago Braun blu 23 G x 6 cm: ago lungo adatto per infiltrare trigger point muscolari profondi (ho evidenziato solo il colore in quanto è un ago identico al precedente ma più corto di 2 cm)






Ago Braun grigio 27 G x 2,5 cm: si usa raramente (gli inesperti possono usarlo per infiltrare il ganglio sfenopalatino prima di passare al Braun 27 G x 4 cm di cui sotto)






Ago Braun grigio 27 G x 4 cm (0,40 x 40 mm): adatto per infiltrare il ganglio sfenopalatino (è identico al soprastante ma più lungo di 1,5 cm)







Nota bene (1): gli aghi sottili (30 G, 27 G) creano minor danneggiamento alla cute del paziente, ma stancano molto la mano dell'operatore. Usando allora un ago a maggior diametro come il 24 G (donne) o il 23 G (uomini) il medico dovrà far attenzione ad infiltrare continuamente Procaina, sia in entrata che in uscita.

Nota bene (2): le cicatrici piatte, piane e facili da infiltrare si affrontano con aghi 27 G (o 23/24 G), mentre i cheloidi si fanno con ago 23 G (ago blu).




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sabato 3 marzo 2012

Corso Neuralterapia: appunti sparsi 2a lezione (dott. Pavesi)

Prima fase neuralterapica: la terapia segmentaria.
Per effettuare questa fase il medico deve smettere di ragionare, e seguire solo esclusivamente le indicazioni, meglio se manuali (col dito, con la mano) che verbali, del dolore del paziente.

Prima visita neuralterapica:
Anamnesi: dove sente il dolore? (farselo indicare col dito, con la mano!).
Quindi fare il palper-rouler nella zona indicata dal paziente come algica: se c'è dolore cominciare a fare i pomfi (i.d. cioè mesoterapia), cercando col palper-rouler tutte le zone circostanti algiche ed infiltrandole a pomfi.
Quindi fare l'anamnesi remota per distretti ovverosia dalla testa verso i piedi.
A questo punto è passato un po' di tempo, vado a rifare il palper-rouler delle zone infiltrate: se il dolore è totalmente scomparso mi fermo, se invece è ancora anche solo parzialmente presente continuo a "stanarlo" col palper-rouler e a fare pomfi.
Ora verificare la libertà dei movimenti, se il dolore iniziale era osteo-mio-articolare.
Avvisare il paziente che talora per una o due notti seguiranno sensazioni strane o piccoli fastidi localizzati.
Infatti questa è una tecnica basata sull'autoregolazione e sull'autoguarigione, e pertanto agirà attraverso il sistema neurovegetativo.
Fine prima visita.

Seconda visita neuralterapica (dopo una settimana circa):
Se il dolore precedente è scomparso passare alla ricerca dei trigger point, altrimenti se è ancora presente o modificato rifare tutto da capo come nella prima seduta e in più fare la ricerca dei trigger point.
SOLO nella seconda visita si fa la ricerca dei trigger point, e vanno pazientemente ricercati TUTTI!

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giovedì 23 febbraio 2012

Come affrontare ... la sindrome premestruale (seconda parte)

Segue dalla prima parte.

I rimedi che abbiamo a disposizione per la cura della SPM in omeopatia sono rimedi di fondo e rimedi particolari per i singoli sintomi.

Rimedi di fondo:

  • Lachesis: è il rimedio principale della SPM. Caratterizzata dai gonfiori (seno, addome, pelvi, gambe), cefalea, nervosismo, insonnia da addormentamento, sogni macabri.
  • Natrum muriaticum: se nella paziente predomina la cellulite con aumento di peso, secchezza vaginale o anche talora leucorrea, comparsa di foruncoli al volto e soprattutto lungo il bordo del cuoio cappelluto, tristezza e depressione che peggiorano se si tenta di consolare la paziente, la quale preferisce starsene sola, stitichezza e pallore, mestruo ritardato e scarso.
  • Pulsatilla: se prevale la congestione venosa talora con cianosi delle gambe, e anche gonfiori alla pelvi e al seno, accompagnate da umore variabile e mutevole.
  • Sepia: se la SPM si manifesta in pazienti che hanno una tendenza ad avere mestruazioni ritardate, forte peso alla pelvi ed emorroidi, leucorrea irritante, digestione lenta, herpes labiale catameniale, foruncoli, eczema periorale, depressione che se si tenta di consolare peggiora anzichè migliorare, mentre un'improvvisa ripresa energetica si manifesta il giorno prima della comparsa del ciclo.
  • Sulfur: cefalea bruciante, piedi brucianti la notte (li scopre), bruciori vaginali, vampate, prurito vulvare ed altri disturbi cutanei e allergici alternanti.
  • Calcarea carbonica: per donne prosperose con mestruazioni abbondanti ed anticipate, con importanti dolori addomino-pelvici ed importante mastodinia.
  • Thuya: se presenti leucorrea, cisti ovarica, ritenzione idrica, depressione, pregresse infezioni genitali, abbondante sudorazione ascellare e distrofismo di unghie e capelli, in pazienti con storia pregressa di abuso di farmaci o vaccinazioni recenti.

Rimedi specifici (mi limito all'elenco rimandando allo studio per i diversi sintomi):

  • Nervosismo, insonnia, depressione: Ignatia, Nux vomica, Moschus, Murex purpurea, Cyclamen, Magnesia muriatica, Kreosotum, Causticum
  • Tensione addominale: Lycopodium, Bovista
  • Diarrea: Veratrum
  • Mastodinia: Lac caninum, Phytolacca, Conium maculatum, Sanguinaria
  • Cefalea: Sanguinaria, Lac caninum
  • Congestione venosa: Hamamelis, Vipera berus, Aesculus
  • Coriza e mal di gola: Magensia carbonica, Lac caninum
  • Herpes catameniale: Rhus toxicodendron, Borax
  • Acne catameniale: Kalium bromatum, Eugenia jambosa
  • Prurito vaginale e pubico: Graphites

Ricorrendo all'omotossicologia possiamo avvalerci di:
Lepi LI.GE.MED: questo validissimo litogemmoterapico, se assunto regolarmente per almeno due mesi ogni anno, mattina e sera, dà risultati davvero soddisfacenti, sebbene forse più incentrati sui disturbi prettamente dell'ambito sessuale femminile piuttosto che sulla sindrome in generale (tanto per essere chiari: fa poco sui disturbi nervosi o cutanei o digestivi eccetera)
Lilium compositum insieme a K2F e a Progesterone  in diluizione decimale (D6-D30) possono rappresentare un protocollo di base da associare poi eventualmente a: Sepia compositum o Serotonina D6 per l'instabilità emotiva, beta-endorfina 4CH se vi sono algie varie, Pilosella compositum e/o Lymphomiosot per combattere l'idroritenzione.

Fondamentale anche l'oligoelemento, in particolare il Magnesio (Oligoel 8) per vincere il nervosismo e l'instabilità emotiva e il Litio (Oligoel 7) per la depressione dell'umore.

La coppettazione lungo il meridiano vescica può aiutare ad alleviare la lombalgia tipica del periodo premestruale.







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lunedì 20 febbraio 2012

Come affrontare ... la sindrome premestruale (parte prima)



Affronto oggi un argomento per il quale, prima di suggerire una qualsivoglia terapia (i sintomi non li elenco neppure, tanto le donne che leggeranno sapranno indubbiamente anche troppo bene di che si tratta!), ritengo doverosa una premessa.
La sindrome premestruale, che secondo le statistiche affligge almeno il 40% delle donne, di cui almeno il 10%  in maniera considerata grave (tale cioè da interferire con le normali attività della vita quotidiana) è un problema correlato strettamente allo stile di vita.
Partirò da lontano, da molto lontano all'argomento: precisamente da don Lorenzo Milani, il fondatore della famosa scuola di Barbiana, il quale sosteneva che "la peggiore ingiustizia sia trattare i diversi in modo uguale", non meno che trattare esseri uguali in modo diverso.
Ne deduco e sostengo che i ritmi lavorativi odierni, declinati tutti al maschile, siano ingiusti ed insostenibili per il sesso femminile. Prova della verdicità della mia affermazione è che è pure dimostrato che la sindrome premestruale, che da ora chiamerò SPM, è significativamente più diffusa tra donne dopo i 30 anni, a definire il ruolo delle responsabilità e del carico lavorativo nel determinarne i tipici disturbi. E che le donne con SPM hanno un calo del rendimento lavorativo e un aumento degli errori: ma chi mai ne terrà conto in caso di contenzioso dovuto ad un errore commesso dalla donna durante una SPM?!?!?

Detto questo, oltre ad invocare un auspicabile quanto improbabile mutamento della mentalità dominante (e, mi spiace dirlo, complici masochiste della propria condizione sono spesso le stesse donne!) non mi resta che avvertire il lettore, o più facilmente la lettrice, che ad ulteriore riprova di quanto sopra affermato è il fatto che la terapia dominante nella SPM non sia tanto un farmaco o un rimedio ma uno stile di vita, e che uno dei consigli più ricorrenti in merito sia "ridurre il più possibile gli impegni per quei giorni".
Lo stile di vita è fondamentale e racchiude numerosi consigli, che personalmente ho trovato addirittura più efficaci delle terapie.
1) Innanzitutto, si diceva, cercare di condurre una vita tranquilla nei limiti del possibile: uscite serali e ore piccole, impegni importanti di lavoro sarebbero da rimandare.
2) Il riposo notturno adeguato è importantissimo: ricordo che le ore maggiormente riposanti sono quelle della prima parte della notte, non quelle verso il mattino!
3) La dieta:
l'eliminazione assoluta del sale sarebbe auspicabile per contenere i gonfiori e la tensione mammaria, ma bisogna almeno ridurre drasticamente quello aggiunto, se non è possibile eliminarlo completamente. E' dura, lo so, ma in due mesetti i benefici si fanno davvero sentire e il palato si abitua a tutto.
La dieta vegetariana in questo senso può essere di aiuto in quanto molti salumi sono ovviamente salatissimi, e inoltre non va dimenticavo il significativo apporto di antibiotici e di estrogeni assunti nelle carni animali.
L'assunzione di alimenti ricchi in magnesio (alghe, basilico, coriandolo, crusca, menta, semi di zucca, aneto, salvia, cacao amaro, noci, prezzemolo, santoreggia, semi di sesamo, di senape, di cumino, di girasole, di papavero, dragoncello, maggiorana...) aiuta parecchio a controllare il nervosismo e le tensioni sia psicologiche che muscolari.
4) Una regolare attività aerobica, come camminare o correre, meglio se all'aperto, giova riducendo gonfiori e malumore, ma anche attività invernali al chiuso come il nuoto in piscina o lo yoga possono venire incontro a questi disturbi oltre ad alleviare il mal di schiena.
5) Attività di rilassamento come il training autogeno o altre forme di rilassamento mentale giovano nel controllo dell'ansia e del nervosismo.

Affronterò nel post successivo le seguenti possibili soluzioni terapeutiche: omeopatia, omotossicologia, oligoelementi, coppettazione.

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venerdì 17 febbraio 2012

Trigger Point


Un brevissimo post per parlare di un volume utile al medico in generale ed in particolare al neuralterapeuta:

Trigger Point, di S. Niel-Asher, Ed. Edi-Ermes.

Questo testo è stato consigliato dal dottor Romani alla prima lezione del corso di Neuralterapia tenutosi a Cesena lo scorso 28 Gennaio.

E' in realtà un libro destinato ai fisioterapisti, e a livello anatomofisiologico risulta troppo semplicistico per il medico.

Tuttavia lo segnalo perchè è veramente utile e chiaro nell'aiutare l'operatore sanitario ad individuare i punti trigger, risvegliabili alla digitopressione, così comuni ed anche fondamentali come step neuralterapico.

Le tavole sono grandi, chiare, e rappresentano un'indispensabile mappatura dei trigger point, sia per trattamenti manuali che infiltrativi: merita menzione la particolare attenzione nel segnalare per ogni punto se siano più indicate le terapie manuali o quelle puntorie (agopuntura, neuralterapia ... ).

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sabato 4 febbraio 2012

Come affrontare ... il trac emotivo


Foto tratta e modificata da: http://www.psicoterapeuta-roma.com/attacchi_di_panico_disturbo_sintomi_terapia.html

Sebbene le problematiche psicologiche richiedano una trattazione profondissima ed ampia all'inverosimile, voglio trattarne una pur minimissima parte, cominciando dal trac, cioè da quella sensazione improvvisa, inaspettata e violenta che ci paralizza l'animo e la mente, in particolare prima di un evento che ci terrorizza (esami, esibizioni pubbliche, colloqui di lavoro, un incontro con una persona per noi particolarmente importante eccetera).
Lo stato d'animo si accompagna non di ardo a manifestazioni neurovegetative quali tachicardia, alterazioni pressorie, iperemia cutanea o pallore, tremori, contratture localizzate, iperventilazione fino all'alcalosi respiratoria, diarrea, poliuria.

E' sempre importante per il medico capire se si tratta di un disturbo transitorio e passeggero che riconosce un preciso fattore scatenante, oppure se si tratta di un fenomeno ansioso o DAP, oppure ancora se si tratta di una manifestazione di qualche patologia psichiatrica più importante.

Rimanendo nella prima ipotesi possiamo avvalerci dell'omeopatia come supporto al trac emozionale transitorio, specialmente, come già detto, di tipo anticipatorio:
  • Gelsemium: panico totale con perdita di memoria, impossibilità a concentrarsi, , tremori e sensazione di cedimento muscolare, vertigini, diplopia, sensazioni presincopali, diarrea, tendenza alla poliuria quando il soggetto si rilassa un pochino. E' utile sia in prevenzione (da un mese ad un giorno prima dell'evento, eventualmente associato ad Ignatia) sia in attacco acuto.
  • Ignatia amara: sia nell'ansia da anticipazione (come Gelsemium) sia come conseguenza di eventi dolorosi e/o frustranti. i disturbi in questo caso sono diversi e vanno da una costante iperestesia polisensoriale a palpitazioni, insonnia, anoressia o fame nervosa, cefalea a chiodo, bolo, sospiri, sbadigli, spasmi in fossa colica destra, sempre migliorati con la distrazione.
  • Argentum nitricum: sintomi soprattutto digestivi, con aereofagia e diarrea, in pazienti nervosi, agitati, frettolosi , ma contemporaneamente sovraffaticati e spossati
  • Ambra grisea: in pazienti timidissimi che esprimo il trac con stanchezza, tremori, spasmi, tosse nervosa, insonnia
  • Moschus: se la paziente (più spesso che il paziente) sviene, o ha manifestazioni di ipereccitabilità nervosa quali pianto e riso alternati ed incontrollati, o con manifestazioni teatrali.
  • Staphysagria: trac da emozioni negative represse quali collera trattenuta, vessazioni, umiliazioni, fallimenti, che comportano manifestazioni psicosomatiche specialmente urogenitali, in personalità molto suscettibili e permalose
  • Coffee: dopo una gioia improvvisa 

Anche l'omotossicologia ci può venire in aiuto, soprattutto come prevenzione di ricadute.
In associazione ai rimedi omeopatici sintomatologici, per stabilizzare il tono neurovegetativo useremo ad esempio Ignatia Homaccord se prevale un'atteggiamento ansioso-depressivo o Acidum Phosphoricum Homaccord se prevale l'astenia psico-fisica, mentre come rimedio base associato al drenaggio useremo Selenium compositum.

Negli oligoelementi possiamo attingere a:
Manganese-Cobalto, in Bottle-Pack, come prevenzione della distonia neurovegtativa e degli stati ansiosi, una fiala a giorni alterni per circa 3 mesi, oppure a Oligoel 7 (Litio) circa 30 gocce mattina e sera.

Utile anche l'utilizzo di altre terapie coadiuvanti come i fitoterapici, tecniche di rilassamento come il training autogeno, e le terapie manuali.



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mercoledì 1 febbraio 2012

Corso Neuralterapia: appunti sparsi 1a lezione (dott. Romani)

In qualsiasi approccio medico è fondamentale ricordarsi che non ci troviamo mai davanti ad una patologia, ma semmai davanti ad una persona (il paziente) che sta manifestando un disagio: ecco perchè la terapia deve essere sempre personalizzata.

Evento chiave diventa l'ANAMNESI, inclusa quella lavorativa e/o ambientale, tenendo presente che vi sono molti inquinanti lipofili (es: vernici, coloranti) che intasano pertanto la matrice extracellulare.

Le fibre simpatiche oltre ad avere terminazioni vascolari hanno anche terminazioni perivascolari libere, quindi a diretto contatto con la matrice. Invece le fibre parasimpatiche hanno solo terminazioni libere perivascolari.
La procaina provoca una simpaticolisi, con conseguente effetto antiflogistico sulle terminazioni libere ed effetto vasodilatante sul microcircolo.

Esperimento di Montagner: Montagnier L., Aïssa J., Ferris S., Montagnier J.-L., Lavallee C. -
Electromagnetic Signals Are Produced by Aqueous Nanostructures Derived
from Bacterial DNA Sequences.  Interdiscip Sci Comput Life Sci, 2009; 1: 81-90:

Osservazione: la matrice di un organo denervato (non ha innervazione, nè simpatica nè parasimpatica) non sviluppa MAI flogosi.

Riflessi:
viscero-cutaneo
viscero-somatico
viscero-viscerale
cuto-viscerale

Il nervo spinale unisce in sincronia: dermatomero, miomero, sclerotomo, enterotomo.

PALPER-ROULER:  fondamentale, insieme alla pressione, per smascherare punti dolenti nascosti, sovra e sottostanti la zona sintomatica dolente: su questi punti faremo poi i pomfi: spesso ciò è sufficiente perchè il paziente si alzi e non abbia più dolore nel punto dolente sintomatico.
Per i denti potremo praticare il palper-ruler con un bastoncino a punta smussata, toccando tutte le gengive una per una a livello di ogni dente.
Il dolore o la malattia cutanea persistente (es: verruca) è in realtà un "refered-pain", cioè ci deve servire da guida per svelare il segmento interessato.
Quindi procedere come segue:
quando c'è dolore al palper-rouler facciamo subito una mesoterapia locale per eliminare l'algia cutanea: se il dolore persiste allora possiamo passare a valutare il muscolo (tramite la palpazione e/o la kinesiologia) ed eventualmente infiltrarlo, e quindi infine all'organo corrispondente.
Pensare sempre all'organo corrispondente sia per i dermatomeri che per i miomeri interessati dalla patologia).

Livelli Neuralterapici:
segmentario (locale e di segmento)
campo di disturbo
gangli e plessi (oppure i nervi che hanno a che fare con un dato ganglio o plesso: tecnica di Nick)

Procaina in fiale:
2 ml al 2% sono 40 mg:
per trattare zone estese prenderne 5 fiale da 2 ml (cioè 40x5 uguale 200 mg in un totale di 10 ml) da miscelare con 100 ml di fisiologica e 10 ml di bicarbonato di sodio. In altre parole per zone estese dobbiamo fare una diluizione di 11:1.
Invece per trattare cavità e gangli si farà una diluizione 1:1 ma con Procaina all'1%.

Aghi consigliati:
Ladurner Hospitalia (hanno siringhe da insulina e aghi da mesoterapia, adatti per fare pomfi, cicatrici e tonsille.
Codisan spa (www.codisan.com): hanno aghi tipo "my jector" di 29G x 12mm, da insulina con ago fisso, adattissimi per le tonsille.
WP Group (www.worldpharma.it) hanno ottimi prezzi per gli aghi da mesoterapia

Sindrome vertiginose e acufeni: trattamento della mastoide e dell'angolo temporomandibolare

Tecnica di Minck: per toccare le interspinose scendo verticale di circa 3 cm, retraggo 1-2 mm e poi inietto (es: T12-L1 per fare il Piccolo e il Grande Splancnico).





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giovedì 26 gennaio 2012

Come affrontare ... le cistiti ricorrenti (parte seconda)

Nel post precedente ho affrontato le cistiti ricorrenti tramite un approccio omotossicologico.
Ora vediamo alcune altre diverse possibilità terapeutiche non farmacologiche.

Tengo a specificare che stiamo parlando di cistiti ricorrenti, in quanto nel singolo episodio di cistite acuta non recidivante è più rapida la terapia antibiotica classica, e sarà quindi da preferirsi.
Cionondimeno non solo le terapie omeopatiche/omotossicologiche avranno un importante ruolo nel prevenire le recidive, ma altresì saranno indispensabili qualora la terapia classica sia inapplicabile, come ad esempio in persone con allergie al farmaco, epatopatie o nefropatie gravi, o se è presente un rischio di interazioni con altri medicamenti.

In omeopatia la cura della fase acuta, nelle cistite classica a urine torbide, si avvarrà di:

  • Cantharis: è il rimedio più importante perchè corrisponde ai sintomi più tipici e frequenti che sono il dolore e il fortissimo bruciore dall'inizio alla fine della minzione, con urine scure, talora sanguinanti.
  • Mercurius corrosivus: simile a Cantharis ma con sintomi ancora più intensi, con urine anche decisamente sanguinanti, e tenesmo dolorosissimo, accompagnati dai sintomi del rimedio quali febbre continua con brividi e piloerezione, sudorazione abbondante, alitosi, peggioramento notturno
  • Arsenicum album: come caratteristico di questo rimedio i dolori sono essenzialmente brucianti e paradossalmente migliorati da applicazioni locali calde, in pazienti spossate, deboli, pallide, agitate e prostrate, che bevono poco e spesso acqua fredda.
  • Terebinthina: se c'è ematuria molto scusa o addirittura nerastra con sedimento scuro e odorante
  • Phosphorus: se è presente ematuria sia microscopica che macroscopica
  • Equisetum hiemale: se le minzioni sono sì frequenti e dolorose ma abbondanti, con dolore soprattutto verso la fine della minzione e persistenza anche dopo, accompagnate da sensazione di peso pelvico che peggiora col contatto e la pressione.
  • Formica rufa: se il paziente urina spesso con urine abbondanti, torbide, maleodoranti, ma non dolorose (o molto poco dolorose)
  • Populus tremula: le urine sono mucopurulente, con tenesmo e persistenza di dolore retropubico dopo la minzione, dolore bruciante all'uretra, in donne gravide, in cistiti di origine prostatica e post chirurgiche.
  • Chimaphila umbellata: urine mucopurulente.
Se le urine invece sono limpide abbiamo in particolare due rimedi:
  • Staphysagria: indicata nella cistite post traumatica (post coitale e post cateterizzazione) e nelle cistalgie a urine chiare in generale, con bruciori che sono presenti fra una minzione e l'altra ma che cessano urinando.
  • Capsicum anuum: bruciore intenso con urine abbondanti e limpide

In omeopatia sono però molto importanti i rimedi di fondo, indispensabili in tutte le malattie croniche:
  • Thuya: fondamentale in tutte le patologie che si presentano cronicamente, è particolarmente adatta per pazienti con storie di frequenti infezioni genitali, di assunzione di farmaci o vaccini, di associazione con malattie verrucoidi della cute
  • Sepia: soprattutto se si tratta di donne con patologie pelviche associate, con sensazione di peso pelvico e minzione imperiosa,urine torbide e fetide, stitichezza.
  • Silicea: se presente piuria
  • Anti IL-1 10 gocce una o più volte al giorno, sempre utili per modulare la risposta infiammatoria
Altri rimedi di fondo, da utilizzare in base alle caratteristiche del rimedio stesso, sono:
Natrum muriaticum, Pulsatilla, Lycopodium, Lachesis, Graphites, Sulphur 

 
Bioterapici omeopatici molto importanti sono:

Tuberculinum
Medorrhinum: sempre se le infezioni urogenitali sono recidivanti
Colibacillinum: se l'agente eziologico è (frequentissimo!) E. coli, e comunque nelle cistalgie ad urine chiare
Enterococcinum, Staphylococcinum eccetera, secondo l'esito colturale batteriologico.
Serum anticolibacillaire alla 3 DH, tre volte al dì in fase acuta e una volta al giorno come rimedio di fondo.
Vescica urnaria: la sera a giorni alterni

L'oligoelemento utile nelle infezioni recidivanti è Rame-Oro-Argento, in fiale a giorni alterni per tre mesi o in gocce nella ragione di 25 gocce mattina e sera.

Infine vorrei ricordare che anche la coppettazione può dare un sollievo sintomatico, se praticata nei punti:
LI (Grosso Intestino) 11, ST (Stomaco) 25, SP (Milza-Pancreas) 9, BL (Vescica urinaria) 20, 22-23, 36, 40, 51-52, GB (Vescica biliare) 25, CV (Vaso concezione) 3-4, GV (Vaso governatore) 4, MBV24(Yaoyan)




Fonti:
Ordinatio antihomotoxica et Materia Medica Heel, 13a ed., 2005
Omeopatia Facile, Clarke, ed. Nuova Ipsa, 1992

Terapia omeopatica  Possibilità in Patologia Acuta, ed. Boiron 

Terapia omeopatica  Possibilità in Patologia Cronica, ed. Boiron
Jarmey, Bouratinos, Agopunti, ed. Edi Ermes 2010

Grande Dizionario Enciclopedico di Omeopatia e Bioterapia, Ivo Bianchi, ed. Nuova Ipsa, 2007


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