sabato 31 marzo 2012

Neuralterapia: controindicazioni ed interazioni

La Neuralterapia, come tutte le terapie, ha le sue controindicazioni, ossia quei casi particolari in cui non deve essere eseguita in quanto di creerebbero condizioni spiacevoli se non addirittura pericolose per il paziente.

Le controindicazioni alla Terapia Neurale sono le seguenti:
  • emofilia
  • terapie anticoagulanti ed antiaggreganti (TAO, ASA)
  • epatiti ed insufficienze epatiche gravi
  • miastenia gravis
  • blocco di branca grave e BAV grave
  • deficit di pseudocolinesterasi
  • concomitante terapia con sulfamidici
  • gravidanza

I farmaci che interferiscono con la Terapia Neurale sono:
  • sulfamidici (controindicazione)
  • corticosteroidi (ne annullano o almeno riducono l'efficacia)
  • citostatici (ne annullano o almeno riducono l'efficacia)
  • psicofarmaci (ne annullano o almeno riducono l'efficacia)
  • concomitanti o recenti antibioticoterapie multiple (ne annullano o almeno riducono l'efficacia)


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martedì 27 marzo 2012

Corso Neuralterapia: appunti sparsi 3a lezione (dott. Pavesi)

Presentazione di alcune tecniche iniettive:

1) Tecnica di Mink per il tronco del simpatico, bilaterale (indiretta)
Con ago G24 x 4 cm (o G 23 x 6 cm in paziente obeso) e Procaina all'1% (0,8-1%), scendere nello spazio interspinoso perpendicolarmente alla colonna vertebrale, ad un dito dal bordo dell'apofisi spinosa. Appena tocco l'osso torno indietro di circa 1-2 mm ed inietto 2-3 cc di farmaco.
Si può praticare da C7 in giù, bilateralmente, laddove alla percussione le spinose risultavano dolenti 8esempi: sciatica, sciatalgia)

2) Spazio ginecologico
Con la medesima diluizione di Procaina (in definitiva quella per zone circoscritte) ed ago G27 x 4 cm, mi porto a due dita dalla sinfisi pubica e a due dita dalla spina iliaca anterosuperiore, e scendo obliquamente in direzione dell'ano. Faccio una doppia aspirazione (ossia aspiro quindi giro la siringa di 180° per sincerarmi di non aver precedentemente puntato contro la parete di un vaso, quindi riaspiro) e quindi inietto 3 cc circa di farmaco. Unica accortezza: far sì che la paziente abbia appena urinato (in caso contrario potrei aspirare urina e non accade nulla di grave senonchè dovrò buttare via tutto e rifare daccapo).
Nella donna ricordarsi sempre l'anamnesi peripartum, specialmente in donne già appendicectomizzate che hanno subito un'epimisiotomia, in quanto il doppio taglio a destra può comportare (se l'epimisiotomia è destra, ovviamente) lesioni vagali che diventano spesso campo di disturbo per la depressione post-partum.

3) Ganglio sfenopalatino
Puntare con ago G27 x 4 cm (o per 2,5 cm le prime volte) da sopra lo zigomo allo zigomo controlaterale

4) Ginocchio
Ricordarsi innanzitutto che gonalgie sine causa possono essere dolori vascolari riferiti! Quindi iniziare come al solito con pomfi e trigger point laddove duole, sia dove duole spontaneamente sia dove duole ai movimenti e alla palpazione (palper-rouler e trigger point). Secondariamente aggredire l'articolazione (da sopra o da sotto) ed eventualmente la vena femorale con 2-3 cc di Procaina all'1%





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martedì 20 marzo 2012

I litogemmoterapici




Ho accennato più volte ai rimedi litogemmoterapici.
Ma di cosa si tratta?
Si tratta di rimedi complessi, ossia composti da più rimedi omeopatizzati diversi, in cui vi sono in percentuali differenti sia litoterapici che gemmoterapici.

La litoterapia dechelatrice fa uso di minerali e rocce diluiti e dinamizzati. Sappiamo che molti di questi si trovano in tracce nel nostro organismo, col compito di coenzimi. Purtroppo nonostante siano normalmente assunti e presenti nel nostro corpo, spesso essi si trovano in stato inattivo in quanto chelati, ossia imprigionati all'interno di un altra molecola, e resi pertanto di fatto presenti ma indisponibili all'azione. Sono chelanti ad esempio molte molecole a base di zolfo, così come i pesticidi e gli insetticidi inorganici, nonchè molti farmaci.
I litoterapici hanno il compito di aiutarci a liberare gli oligoelementi sequestrati, contribuendo in tal modo al drenaggio. In questo compito la diluizione ottimale è generalmente la D8, con assorbimento sublinguale.

La gemmoterapia invece è una branca della fitoterapia che fa uso di macerati glicerici (ossia dell'intera gemma) che a differenza di molti altri prodotti di derivazione vegetale apportano la totalità della pianta, con i suoi principi attivi, e in particolare la gemma contiene tutta la ricchezza del germoglio, della pianta in potenza.

I rimedi litogemmoterapici si propongono la sinergia tra questi due elementi, pertanto li possiamo considerare una terapia a base di oligoelementi (anzi di più, perchè non contengono solo lo ione in causa ma tutto il minerale) e di fitoterapici (anzi meglio della fitoterapia tradizionale, perchè non contengono la pianta adulta ma il suo germoglio, ricchissimo di sostanze in quanto potenziale energetico che ancora deve crescere e svilupparsi).
Ve ne sono diversi preparati in commercio, io solitamente mi affido ai complessi LI.GE.MED., comodamente già suddivisi per organi/apparati del corpo umano.


Fonti: "La materia medica omeopatica clinica e associazioni bioterapiche" M. Tétau, ed. Nuova Ipsa

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giovedì 15 marzo 2012

Giornata internazionale dell'omeopatia

Lunedì 16 Aprile torna “Stiamo bene…naturalmente”, iniziativa promossa dall’Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AIOT) in occasione dei festeggiamenti per la Giornata Internazionale della Medicina Omeopatica.
In Italia l’AIOT mette a disposizione dei pazienti una rete di medici convenzionati disponibili a una visita gratuita per una vsita medica omeopatica-omotossicologica.
La visita è prenotabile consultando i medici disponibili sul sito della giornata internazionale della medicina omeopatica.
L’iniziativa vuole anche essere un’occasione per stimolare le istituzioni al rispetto del principio di libertà di scelta terapeutica di medici e di pazienti, sancito dalla Costituzione Italiana.


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venerdì 9 marzo 2012

Dosaggi e diluizioni della Procaina in Neuralterapia


In questo post voglio cercare di riassumere in modo schematico i dosaggi e le corrette diluizioni da fare in Neuralterapia secondo quanto ci è stato detto nelle prime due lezioni del corso dai dottori Romani e Pavesi.
E' una precisazione importante perchè le indicazioni si discostano leggermente da quelle, secondo i docenti troppo aggressive, della scuola originale tedesca, così come le troviamo scritte nel testo principale di Terapia Neurale, il Barop ("Manuale e Atlante di Terapia Neurale", Hans Barop, Ed. Edi-Ermes).

Si configurano due casi:

1) per tutte le iniezioni in zone limitate (cavità e gangli):
Faremo un cocktail con una parte di Procaina al 2% (Pasconeural-Injektopas) e una parte di Fisiologica, portando in tal modo la Procaina alla diluizione ottimale (che sarebbe tra 0,8-1%). In pratica faremo una diluizione Procaina al 2%/Fisiologica di tipo  1:1 senza bicarbonato (tanto per esemplificare: per le fiale di Pasconeural 2% da 2 ml usare 2 ml di Fisiologica, per le fiale da 5 ml usare 5 ml di Fisiologica), iniettando sempre 1 cc o più per lato, regolandoci secondo il quantitativo necessario.

2) per trattare i trigger point e per fare i pomfi intradermici invece, dovendo trattare spesso zone estese, possiamo oscillare tra due concentrazioni:
  • o 200 mg di Procaina al 2% diluita in 100 ml di fisiologica e 10 ml di sodio bicarbonato 1 mEq: per ottenere  questo dosaggio utilizzare 10 ml di procaina al 2%, (quindi o 5 fiale da 2 ml al 2% - ogni fiala contiene 40 mg di Procaina - oppure 2 fiale da 5 ml) da miscelare con 100 ml di fisiologica e 10 ml di bicarbonato di sodio 1 mEq; 
  • oppure 100 mg di Procaina al 2% diluita allo stesso modo: per ottenere questo dosaggio utilizzare invece 1 sola fiala da 5 ml al 2% (contenente quindi 100 mg di Procaina al 2%), sempre in 100 ml di  fisiologica  + 10 ml di bicarbonato 1 mEq.
In questi due casi la finalità del bicarbonato è doppia: da un lato aumenta la biodisponibilità della Procaina, dall'altro contribuisce ad alcalinizzare la matrice di queste zone, che se trovate dolenti (e spesso dure ed impastate alla palpazione) significa che la matrice intercellulare è in stato di gel, e quindi in acidosi. Il bicarbonato aiuta ulteriormente a riportarla ad un pH meno acido e quindi in stato di sol. 
A questo punto è altresì da notarsi che le infiltrazioni intradermiche, sottocutanee e muscolari (trigger point) sono le più importanti in assoluto, in quanto vanno ad agire sulla matrice impregnata.

3) I dosaggi massimi da non superare mai sono 120-200 mg per seduta se non si è operatori molto esperti, altrimenti attenersi ad un dosaggio massimo di 200-240 mg per seduta.
Infatti, sebbene la scuola tedesca preveda un dosaggio massimo di Procaina di 400 mg (quindi di 10 fl da 2 ml o 4 fl da 5 ml) la scuola italiana lo ritiene comunque troppo aggressivo, (così come ritiene altresì troppo aggressive le tecniche infiltrative tedesche!) e suggerisce di attenersi al dosaggio massimo iniziale di volume uguale a 5-6 ml (corrispondente a quello di 3 fiale da 2 ml oppure una 1 fl da 5 ml), e comunque, anche una volta acquisita esperienza, ad un volume massimo di 10-12 ml al 2% (in pratica ad un massimo di 5-6 fiale da 2 ml o di 2 fiale da 5 ml) per seduta neuralterapica.



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domenica 4 marzo 2012

Aghi Ladurner Hospitalia per Neuralterapia




Innanzitutto per effettuare una seduta neuralterapica, oltre a tutti gli strumenti usuali di un medico (studio, lettino, lavabo, fonendoscopio, sfigmomanometro, otoscopio, abbassalingua, luce, prontuario farmaceutico, kit farmaci primo soccorso e relativo materiale ecc. ...) servono particolarmente.


  • guanti monouso
  • iodopovidone per la disinfezione cutanea
  • fisiologica: flaconi da 100 ml
  • bicarbonato di sodio: fiale ad 1 mEq da 10 ml
  • procaina: fiale al 2% da 2 ml o da 5 ml
  • siringhe da 2 ml e da 5 ml
  • aghi


Ecco vorrei presentare gli aghi utili alla pratica neuralterapica, secondo le lezioni del dottor Romani e del dottor Pavesi al corso di neuralterapia.

Farò riferimento in particolare agli aghi forniti dalla casa produttrice di Merano, Ladourner.



Ago Terumo grigio 27 G x 2 cm: molto maneggevole, adatto a fare i pomfi (mesoterapia)







Ago Luer Lock (Microlance) giallo 30 G x 13 mm: solo per pomfi mesoterapici in zone di cute delicatissima come ad esempio il volto (utilizzato per troppo tempo stanca la mano)







Ago Terumo viola 24 G x 2,5 cm: se devo fare moltissimi pomfi in una donna, al posto del 27 G per stancare meno la mano







Ago Terumo blu 23 G x 3 cm: se devo fare moltissimi pomfi in un uomo, al posto del 27 G per stancare meno la mano







Ago Terumo rosa 18 G x 4 cm: serve solo per caricare e scaricare le flebo e le fiale







Ago Braun blu 23 G x 8 cm: ago lunghissimo adatto per infiltrare trigger point muscolari molto profondi







Ago Braun blu 23 G x 6 cm: ago lungo adatto per infiltrare trigger point muscolari profondi (ho evidenziato solo il colore in quanto è un ago identico al precedente ma più corto di 2 cm)






Ago Braun grigio 27 G x 2,5 cm: si usa raramente (gli inesperti possono usarlo per infiltrare il ganglio sfenopalatino prima di passare al Braun 27 G x 4 cm di cui sotto)






Ago Braun grigio 27 G x 4 cm (0,40 x 40 mm): adatto per infiltrare il ganglio sfenopalatino (è identico al soprastante ma più lungo di 1,5 cm)







Nota bene (1): gli aghi sottili (30 G, 27 G) creano minor danneggiamento alla cute del paziente, ma stancano molto la mano dell'operatore. Usando allora un ago a maggior diametro come il 24 G (donne) o il 23 G (uomini) il medico dovrà far attenzione ad infiltrare continuamente Procaina, sia in entrata che in uscita.

Nota bene (2): le cicatrici piatte, piane e facili da infiltrare si affrontano con aghi 27 G (o 23/24 G), mentre i cheloidi si fanno con ago 23 G (ago blu).




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sabato 3 marzo 2012

Corso Neuralterapia: appunti sparsi 2a lezione (dott. Pavesi)

Prima fase neuralterapica: la terapia segmentaria.
Per effettuare questa fase il medico deve smettere di ragionare, e seguire solo esclusivamente le indicazioni, meglio se manuali (col dito, con la mano) che verbali, del dolore del paziente.

Prima visita neuralterapica:
Anamnesi: dove sente il dolore? (farselo indicare col dito, con la mano!).
Quindi fare il palper-rouler nella zona indicata dal paziente come algica: se c'è dolore cominciare a fare i pomfi (i.d. cioè mesoterapia), cercando col palper-rouler tutte le zone circostanti algiche ed infiltrandole a pomfi.
Quindi fare l'anamnesi remota per distretti ovverosia dalla testa verso i piedi.
A questo punto è passato un po' di tempo, vado a rifare il palper-rouler delle zone infiltrate: se il dolore è totalmente scomparso mi fermo, se invece è ancora anche solo parzialmente presente continuo a "stanarlo" col palper-rouler e a fare pomfi.
Ora verificare la libertà dei movimenti, se il dolore iniziale era osteo-mio-articolare.
Avvisare il paziente che talora per una o due notti seguiranno sensazioni strane o piccoli fastidi localizzati.
Infatti questa è una tecnica basata sull'autoregolazione e sull'autoguarigione, e pertanto agirà attraverso il sistema neurovegetativo.
Fine prima visita.

Seconda visita neuralterapica (dopo una settimana circa):
Se il dolore precedente è scomparso passare alla ricerca dei trigger point, altrimenti se è ancora presente o modificato rifare tutto da capo come nella prima seduta e in più fare la ricerca dei trigger point.
SOLO nella seconda visita si fa la ricerca dei trigger point, e vanno pazientemente ricercati TUTTI!

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