La neuralterapia o terapia neurale è una branca medica di difficile collocazione, tra il convenzionale e il non-convenzionale.
E' una terapia largamente utilzzata a scopo antalgico (ma non solo), scoperta in Germania nel 1940 dai fratelli Huneke, che sfrutta la tecnica di iniezioni infiltranti con un anestetico locale in zone dolenti o comunque sintomatiche, e se necessario anche in altre zone apparentemente sane e non collegate a quelle malate, ma definite dal neuralterapeuta "campo perturbante". In pratica le zone a distanza da quella malata sono il focus che crea uno squilibrio che poi si va a ripercuotere sulla parte sintomatica, presumibilmente tramite le terminazioni libere extracellulari e multisinaptiche gangliari del sistema simpatico.
La difficoltà di collocazione tra terapie classiche e complementari nasce da tre constatazioni.
La prima è che le iniezioni praticate ai varii livelli (intradermo, sottocute, intramuscolo, periarticolare, intrarticolare, gangliare, periviscerale) consistono di Procaina all'1% o al 2%, e in questo la neuralterapia si può definire "convenzionale" dato che fa uso di un anestetico locale.
Senonchè vi è chi usa la Procaina omotossicologica come ad esempio Procainum Compositum Heel, o addirittura omeopatica. Allora entriamo nell'omotossicologia e quindi nel non-convenzionale.
Un altro aspetto controverso è appunto il campo perturbante.
Infatti se talvolta le iniezioni vengono praticate in modo segmentario, ossia nei segmenti corrispondenti alle innervazioni autonome (riflessi viscerocutanei, visceromuscolari), talaltra si infiltrano invece i campi di disturbo, e questo appare in contrasto o per lo meno non spiegabile "scientificamente". O meglio, si può chiarire anatomicamente invocando appunto le connessioni simpatiche, ma non è stato dimostrato funzionalmente.
Infine bisogna considerare che la Procaina non viene utilizzata con finalità anestetiche come nella medicina classica, ma si utilizza al fine di ripristinare un equilibrio, azzerando lo stimolo (depolarizzazione cellulare, potenziale d'azione) nella zona da curare, e facendo così annoverare la neuralterapia tra le terapie mediche di riequilibrio del sistema regolatore basale dell'organismo, come l'agopuntura (con la quale condivide tra l'altro molti punti di iniezione) o l'omeopatia.
Segue Seconda Parte
E' una terapia largamente utilzzata a scopo antalgico (ma non solo), scoperta in Germania nel 1940 dai fratelli Huneke, che sfrutta la tecnica di iniezioni infiltranti con un anestetico locale in zone dolenti o comunque sintomatiche, e se necessario anche in altre zone apparentemente sane e non collegate a quelle malate, ma definite dal neuralterapeuta "campo perturbante". In pratica le zone a distanza da quella malata sono il focus che crea uno squilibrio che poi si va a ripercuotere sulla parte sintomatica, presumibilmente tramite le terminazioni libere extracellulari e multisinaptiche gangliari del sistema simpatico.
La difficoltà di collocazione tra terapie classiche e complementari nasce da tre constatazioni.
La prima è che le iniezioni praticate ai varii livelli (intradermo, sottocute, intramuscolo, periarticolare, intrarticolare, gangliare, periviscerale) consistono di Procaina all'1% o al 2%, e in questo la neuralterapia si può definire "convenzionale" dato che fa uso di un anestetico locale.
Senonchè vi è chi usa la Procaina omotossicologica come ad esempio Procainum Compositum Heel, o addirittura omeopatica. Allora entriamo nell'omotossicologia e quindi nel non-convenzionale.
Un altro aspetto controverso è appunto il campo perturbante.
Infatti se talvolta le iniezioni vengono praticate in modo segmentario, ossia nei segmenti corrispondenti alle innervazioni autonome (riflessi viscerocutanei, visceromuscolari), talaltra si infiltrano invece i campi di disturbo, e questo appare in contrasto o per lo meno non spiegabile "scientificamente". O meglio, si può chiarire anatomicamente invocando appunto le connessioni simpatiche, ma non è stato dimostrato funzionalmente.
Infine bisogna considerare che la Procaina non viene utilizzata con finalità anestetiche come nella medicina classica, ma si utilizza al fine di ripristinare un equilibrio, azzerando lo stimolo (depolarizzazione cellulare, potenziale d'azione) nella zona da curare, e facendo così annoverare la neuralterapia tra le terapie mediche di riequilibrio del sistema regolatore basale dell'organismo, come l'agopuntura (con la quale condivide tra l'altro molti punti di iniezione) o l'omeopatia.
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