venerdì 4 marzo 2011

Omeopatia e Omotossicologia: quali differenze?

Le medicine non convenzionali possono creare confusione nei non addetti ai lavori (ma anche negli addetti!!) quando si comincia ad enumerarne le mille possibili varianti, perchè sono davvero tante le specie e sottospecie di ognuna.
Dalla medicina tradizionale cinese ad esempio non abbiamo importato solo l'agopuntura, ma ne sono derivate lo shiatsu, vi si appoggia la kinesiologia e tante altre discipline "naturali". Idem dicasi per l'omeopatia. Ne ho già evidenziato la molteplicità delle scuole (unicista, pluralista, complessista) ma ora vorrei focalizzare l'attenzione in particolare sulla differenza tra l'omeopatia e le sue varianti, e l'omotossicologia.

Quest'ultima è nata circa due secoli dopo l'omeopatia e si serve di rimedi complessi, ossia di preparati contenenti più rimedi a diluizioni diverse. Inoltre nell'omotossicologia troviamo tra i rimedi gli organoterapici suis, i bioterapici (vecchi "nosodi") e i catalizzatori (enzimi).
Molto recentemente sono entrati a far parte della pratica omotossicologica anche ormoni e citochine, venendo a crearsi intorno a questi la Medicina Fisiologica di Regolazione.

Nella pratica clinica l'omeopatia incentra la diagnosi sulle caratteristiche del paziente e dei suoi sintomi, con le loro particolarissime modalità d'espressione, mentre l'omotossicologia, pur tenendone conto, effetua una diagnosi classica e va poi a determinare il livello di accumulo tossico del paziente (confrontando la sua storia clinica con la Tavola delle Omotossicosi), nonchè l'eventuale squilibrio ormonale e/o immunitario con la moderna Medicina Fisiologica di Regolazione.

Nella scelta terapeutica infine l'omeopatia si avvale sempre di uno o comunque pochi rimedi per volta, cambiandoli semmai in momenti successivi di controllo clinico, mentre l'omotossicolgia utilizza più preparati per volta con particolare enfasi sui drenanti ai fini di disintossicare l'organismo malato rinforzandolo contro agenti nocivi endogeni e/o esogeni.
Per riassumere:





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4 commenti:

  1. No Demk, dipende dai casi.
    Io direi che in linea generale si può dire che l'omeopatia è più adatta in persone poco intossicate, quindi bambini, oppure adulti che abbiano già fatto un ciclo omotossicologico. Invece quando ti trovi di fronte a persone con livelli elevati di tossicità (esempio: persone che hanno usato molti farmaci o vivono in città inquinate o hanno fumato e fatto vita sedentaria, stressate eccetera) è meglio partire col drenaggio (omotossicologico) altrimenti si rischia che i farmaci omeopatici non abbiano efficacia. Dopo un buon drenaggio invece si può passare a una terapia omeopatica "pura".
    Presto farò un post orientativo su quale scegliere tra le due in base alle diverse situazioni. Considera che comunque la maggior parte dei medici pratica l'una e l'altra.
    Grazie per il commento!!
    A presto
    Francesca

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  2. Ah ok, grazie per la spiegazione.

    Certo che persone che utilizzano molti farmaci sta salendo sempre più.

    Colpa anche dei medici secondo me, che spesso, anche per un raffreddore o influenza prescrivono o consigliano determinati farmaci.

    Una volta arrivava la nonna di turno col lo sciroppino fatto in casa e con ingredienti naturali o con il classico brodo caldo...

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  3. Verissimo. L'avvelenamento farmacologico è una delle principali fonti di inquinamento chimico.

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