Così disse l'ideatore dell'omotossicologia, branca medica non convenzionale che nasce in seno all'omeopatia.
Come sappiamo già all'interno dell'omeopatia vi sono diversi indirizzi, varie scuole e modo di approcciare il malato.
Vediamo ora quali sono le peculiarità dell'omotossicologia.
Qui ho fatto una breve presentazione di cosa sia l'omotossicologia, come si svolge una visita medica omotossicologica e a chi si rivolge questo metodo clinico, ora vorrei spiegare quali sono le peculiarità farmacologiche dell'omotossicologia, ossia quali sono le sue "armi" specifiche.
Le classi di rimedi proprie dell'omotossicologia sono quattro:
1) CATALIZZATORI INTERMEDI DELLA RESPIRAZIONE CELLULARE
2) NOSODI
3) ORGANOTERAPICI
4) ALLOPATICI OMEOPATIZZATI
Cominciamo con la prima classa, la più complessa:
CATALIZZATORI INTERMEDI DEL CICLO DI KREBS E DELLA FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA
Si tratta degli acidi e sali del ciclo di Krebs e di chinoni della catena respiratoria.
a) Catalizzatori intermedi del ciclo di Krebs
La loro somministrazione a dosi omeopatiche stimola la velocità della reazione in cui essi fanno da substrato ad un enzima del ciclo.
Essi sono:
Natrium pyruvicum
Natrium oxalaceticum
Acidum cis-aconitum
Acidum citricum
Acidum succinicum
Acidum DL-malicum
Acidum fumaricum
Baryum oxalsuccinicum
Acidum alfa-ketoglutaricum
b) Chinoni della fosforilazione ossidativa
Alcuni chinoni sono veramente fisiologicamente presenti (Hydrochinon, Ubichinon), altri (Antrachinon, Chinydron, Glyoxal, Methylglyoxal, Naphtochinon, Para-Benzochinon) sono in realtà più "nosodi" che veri substrati naturali, in quanto sono chinoni che si formano per cause nocive esterne (inquinamento, farmaci, catabolismo cellulare...).
I primi , soprattutto Ubichinon, sevono principalmente a sbloccare i passaggi della respirazione cellulare esattamente come ho spiegato per gli intermedi del ciclo dell'acido citrico (di Krebs).
I secondi servono in particolar modo a stimolare la sintesi di enzimi anti-chinone tossico, favorendone l'eliminazione
Segue seconda parte
Fonte: Quaderni di Clinica Omotossicologica, Guna Editore
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