giovedì 28 novembre 2013

Lavori in corso ...

... WORK IN PROGRESS ...




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giovedì 19 settembre 2013

Acqua: stupore senza fine


Foto tratta dal sito: http://www.corriereinformazione.it/2011072612204/mondo-accademico/dna-onde-e-acqua-una-scoperta-che-poggia-su-fisica-medicina-e-omeopatia.html


Una persona intelligente e dai molteplici interessi mi ha inviato il link a questo articolo, che non fa che confermare le infinite potenzialità dell'elemento più importante per la vita.
Quante cose ancora non conosce la superba "scienza"!!!

http://www.repubblica.it/scienze/2013/09/16/news/acqua_molecole-66644974/?ref=HREC2-15

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giovedì 5 settembre 2013

Immunologia: interleuchine omeopatizzate




Sempre più interessanti sono i risvolti dell'immunoterapia omeopatica.
Pertanto rimaniamo nel campo dei bioterapici, ma anche oggi, come quando abbiamo parlato di ormoni omeopatizzati, stiamo trattando di bioterapici molto particolari, ossia vediamo la biochimica omeopatizzata.
L'argomento del post sono le interleuchine e gli interferoni, particolari citochine ovverosia molecole di risposta a vari stimoli specie di tipo flogistico.
Ho già parlato di uno studio interessante su questa risorsa terapeutica.
E' prudente iniziare la terapia con le diluizioni più basse e proseguirla mediamente per un paio di mesi.

INF-alfa leucocitario: principalmente antivirale, indicato anche in astenia, dolori articolari e crampi muscolari, parestesie

INF-gamma linfocitario: antivirale, antiproliferativo, attiva i linfociti NK e stimola i linfociti T, attiva i macrofagi, pertanto indicato sia come antivirale (epatiti, malattie virali varie) che nelle malattie autoimmuni, nei tumori, nelle allergie, nell'astenia e nei crampi muscolari

IL-1: è un pirogeno endogeno che trova le sue applicazioni nelle febbri di origine virale, ma anche nelle astenie, nei disturbi del sonno, nelle forme bulimiche.
E' antagonista di IL-10

IL-2: ha un'azione che favorisce l'attività di vari linfociti (NK, T e B). Utile in deficit immunitari, astenie, flogosi locali, senescenza, tumori.
E' antagonista di IL-11

IL-3: ha azione di stimolo sull'emopoiesi e sui mastociti. Trova indicazione negli effetti collaterali della chemioterapia, della radioterapia e degli antivirali, nella senescenza, nei dolori erratici, nelle sindromi vertiginose con emesi, nei disturbi digestivi, nelle eruzioni cutanee

IL-4: interviene nella proliferazione dei linfociti B e nella produzione di immunoglobuline G ed E. Inibisce invece le citochine proinfiammatorie. Indicato in prossimità di vaccinazioni al fine di migliorare la risposta anticorpale, come farmaco di base nelle patologie autoimmuni, e nelle infiammazioni croniche.
E' antagonista del GCSF, degli INF alfa e gamma, , di IL-4, IL-6, IL-12

IL-5: interviene favorendo la formazione di eosinofili e basofili. Indicato pertanto nelle parassitosi intestinali, nei dolori addominali crampiformi con stipsi e meteorismo.

IL-6: favorisce la crescita dei linfociti B e T, indicato in patologie autoimmuni e tumorali e in forme bulimiche.
E' antagonista di IL-10

IL-7: aiuta la proliferazione dei linfociti T e dei timociti, sicchè si utilizzerà in caso di infezioni ricorrenti, astenie, ritardi della crescita

IL-8: ha un ruolo nella chemiotassi dei macrofagi, dei linfociti T e dei trombociti. Utile in caso di tosse produttiva e di stress

IL-9: stimola la linea eritroide e tutta quella linfocitaria. Si utilizza per le nevralgie, tosse produttiva cronica, ritenzione idrica, astenie, sonnolenza diurna

IL-10: è un'interleuchina con attività immunosoppressiva pertanto troverà il suo posto nelle forme infiammatorie croniche, nelle mucositi e dermatiti con prurito e brciore, nelle inappetenze.
E' antagonista del GCSF, del TNF, di IL-1, IL-3, IL-7, IL-8, IL-9, IL-12

IL-11: modula la proliferazione di altre interleuchine e la crescita delle linee emopoietiche. Viene indicata nei disturbi conseguenti ad immunoterapia (pirosi, discrasie ematiche, meteorismo, astenia, alterazioni mnesiche, dermatiti).
E' antagonista di IL-2

IL-12: stimola i linfociti NK e i linfociti T. Si utilizza nelle allergie, nelle intolleranze alimentari e come terapia complementare nei tumori.
E' antagonista di IL-4 e TGF-beta

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martedì 20 agosto 2013

Un altro interessante studio



Riprendiamo dopo una giusta pausa estiva (ferie?!?!? Io no!!!) con un nuovo articolo interessante (qui il precedente), questa volta sulla terapia omeopatica dei disturbi del sonno:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20673648

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giovedì 1 agosto 2013

Coma affrontare ... l'algodistrofia


Immagine tratta dal sito http://gomeopatya.ru/250/

L'algodistrofia è una malattia conseguente solitamente a traumi che colpiscono gli arti superiori od inferiori, e consiste in un ipertono simpatico.
Le conseguenze cliniche sono dolore, edema, sudorazione, alterazione dell'irrorazione sanguigna con effetti sulla temperatura e il colorito locale, alterazioni della sensibilità con disestesie ed allodinia, impotenza funzionale, talora osteoporosi localizzata, atrofia della cute e degli annessi, rigidità muscolare.

In generale sarà sempre valido un profondo drenaggio omotossicologico, unitamente al binomio "antidolorifico ortopedico" costituito da Arnica Compositum Heel più Beta-Endorfina 4CH.

Potrà essere d'aiuto l'omeomesoterapia locale e, ancor di più, la neuralterapia, che appunto ha come fine il riequilibrio neurovascolare.

Dal momento che la terapia omeopatica andrà fatta sulla base dei sintomi predominanti, potrà essere molto varia.
Ovviamente, avendo come causa la dinamica traumatica, sarà quasi sempre indicata Arnica a basse diluizioni.

Mi soffermerò ora in questo post in un caso molto peculiare nel quale mi sono di recente imbattuta.
Il sintomo predominante e caratteristico, assieme al dolore, era una disestesia, e precisamente la sensazione di sedersi su acqua fredda, su del ghiaccio, di bagnato sotto ai glutei (il trauma era stato duplice e sempre sacrale).
Ora vi è un rimedio che ha questa precisissima indicazione: Agaricus Muscarius.
E che dire della soddisfazione che si prova quando in meno di tre settimane il paziente, dopo mesi e mesi di sofferenza per questo fastidio, torna dicendo che è quasi scomparso?
E una volta aggiunta, in seconda battuta, l'Arnica, passano altri venti giorni e il disturbo è completamente eliminato?
Queste sì che sono attimi di grande gratificazione!



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martedì 23 luglio 2013

Come affrontare ... l'orticaria cronica


L'orticaria è una fastidiosissima eruzione cutanea caratterizzata dai pomfi, ossia lesioni più o meno tondeggianti, rosate, rilevate, pruriginosissime, fugaci. Si definisce cronica se persiste per oltre le sei settimane.
La causa può essere una reazione allergica, ad esempio a farmaci o ad alimenti, ma spesso viene definita "idiopatica", ossia non se ne conosce la causa.
E' importante escludere cause secondarie come infezioni dentarie, otorinolaringoiatriche, polmonari, gastrointestinali come l'Helicobacter pylori o epatiti virali, patologie tiroidee o altre malattie autoimmuni, parassiti intestinali.

Come rimedi unitari dell'omeopatia abbiamo:

  • Apis:  pelle color rosa-rosso, edematosa, talora anche infiltrata "a buccia d'arancia", pungente e bruciante come vi fossero conficcati "molti aghi arroventati". Sia il prurito che il dolore urente migliorano a contatto col freddo e peggiorano col calore.
  • Urtica urens:  se il gonfiore è pungente e bruciante ma più pallido di quello di Apis, con prurito intollerabile e peggiorato dal contatto e da applicazioni fredde come ad esempio i lavaggi
  • Phenobarbital: per orticarie accompagnate da sonnolenza, pallide, localizzate soprattutto al volto, peggiorate dal calore, dai crostacei, pesci e creme, migliorate col grattamento e col mestruo nella donna.
  • Histaminum: nosode
  • Poumon histamine: altro nosode (bioterapico), a scelta fra i due
  • Allergene isoterapico 15CH
  • Sulphur: indicato soprattutto nelle orticarie colinergiche. L'eruzione, pruriginosa ed urente, è localizzata soprattutto al palmo delle mani e alla pianta dei piedi. A maggior ragione è indicato questo rimedio se l'orticaria colpisce un soggetto stenico ma con periodiche affezioni cutanee, mucose o sierose, eventualmente alternate tra loro o alternate con patologie internistiche. l'orticaria peggiora col calore e a contatto con l'acqua e migliora col freddo
  • Lycopodium: come rimedio di fondo per orticarie croniche da alimenti, se la tipologia corrisponde al paziente tipo Lycopodium
  • Psorium: altro bioterapico per pazienti astenici e freddolosi, per il resto con alterazioni alternanti come Sulphur. Oppure in un paziente Sulphur che pare non rispondere al suo rimedio specifico
  • Isoterapici: specifico secondo l'allergene

In omotossicologia sarà ovviamente importantissimo il drenaggio, effettuato con Lymphomiosot (o Lymdiaral), Galium Heel, Lycopodium compositum, Thuja compositum, Psorinoheel.
Di grande aiuto anche tenere un diario alimentare, con successivo digiuno selettivo dagli eventuali alimenti o farmaci scatenanti.
Utile come supporto la formulazione in pomata ed in compresse di Ovix Guna.

Come oligoelemento è suggerito il Manganese, mentre la medicina funzionale regolatoria ci verrà in aiuto con le interleuchine IL4 e IL5 a bassa diluizione (4CH).

Spesso conviene associare la correzione dell'acidosi con un alcalinizzante, e la correzione della disbiosi intestinale con fermenti lattici



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mercoledì 17 luglio 2013

Low dose oral administration of cytokines for treatament of allergic asthma



Desidero fare un breve post dedicato unicamente a questo studio, in quanto particolarmente interessante.

Lo studio in oggetto compare su Pulmunary Pharmacology & Therapeutics dopo due anni di lavoro nel Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche  "Città Studi" dell'Università degli Studi di Milano, col fine di dimostrare gli effetti terapeutici di bassi dosaggi dell'associazione di IL-12 ed INF-gamma nella cura dell'asma allergico in un modello murino.

Lo studio parte dalla nozione di iperespressione dei Th2 rispetto ai Th1 nell'asma allergico, e nella conseguente eccessiva sintesi delle citochine Th2 dipendenti, IL-4 ed IL-5, con un effetto di feedback positivo. Infatti la IL-4 a sua volta stimola la preoduzione di Th2 e di Linfociti B, aumentando quindi indirettamente anche le IgE, mentre la IL-5 stimola la differenziazione degli Eosinofili.
Al contrario IL-12 provoca una up-regulation dei Th1 mentre INF-gama non solo stimola la produzione di Th1 ma inoltre esercita una down-regulation sui Th2.

Nello studio citato sono state somministrate dosi di IL-12 ed INF-gamma espresse omeopaticamente come 4CH, e corrispondenti a 0,01 pg/ml pari a 1fg/dose nel topo), in associazione ed attivati con la tecnica farmaceutica denominata Sequential Kinetic Activation, standardizzata nei laboratori GUNA s.p.a. e denominata SKA.
Queste basse dosi in associazione ed attivate con tecnica SKA hanno dimostrato gli stessi identici effetti di dosaggi elevati corrispondenti a 1 mcg/ml pari a 100 ng/dose nel topo.
Tali effetti consistono in:
- ritorno a normali livelli di attività sia dei Th1 che dei Th2
- riduzione dei livelli di eosinofili
- riduzione dell'ipereattività bronchiale
- inibizione delle IgE specifiche
- riduzione della sintomatologia clinica

IL-12 e INF-gamma hanno mostrato di avere un effetto sinergico, mentre la tecnica SKA ha permesso l'utilizzo di dosaggi privi di effetti collaterali, con effetti terapeutici identici a somministrazione di citochine a dosaggi elevati, che però presentano invece gli effetti indesiderati.




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martedì 9 luglio 2013

Come affrontare ... l'ipertensione arteriosa essenziale



L'ipertensione arteriosa è l'aumento di pressione sanguigna nelle arterie. Essa può essere essenziale (o primaria, o idiopatica), quando non se ne riesce a trovare la causa; invece sarà chiamata secondaria quando si può diagnosticare una causa extravascolare (ad esempio insufficienza renale, ipertiroidismo e altre ...).
In  ogni caso è opportuno ridurla in quanto un persistente rialzo della pressione porta a danni in vari organi, in primis il cuore ma poi anche a tanti altri distretti corporei.
La diagnosi si basa sull'osservazione di determinati parametri, che cambiano in base allo stato generale (ad esempio nei diabetici è bene che sia più bassa che in altri soggetti non diabetici).
Spesso è asintomatica, e la diagnosi viene fatta accidentalmente durante una rilevazione casuale (in ambulatorio, in farmacia, a casa). Più raramente può provocare cefalea, tinnito, vertigini.
Sia nella medicina classica che in omeopatia è fondamentale lo stile di vita.
E' sempre auspicabile, prima di assumere farmaci, che il paziente provi per qualche mese a modificare e correggere eventuali abitudini errate: ridurre il sale nel cibo, eliminare il fumo, perdere qualche kilo di troppo, dormire un numero adeguato di ore, fare una moderata attività fisica.
Se il problema persiste, la medicina classica si avvale di diversi classi di farmaci sui quali non mi soffermo, per passare subito alla terapia non convenzionale.


Per le terapia cronica avremo un bel ventaglio di rimedi omeopatici:
  • Aconitum: polso pieno, duro, ansia, agitazione
  • Veratrum viride: polso duro ma discontinuo, congestione
  • Sulfur: pazienti pletorici, calorosi, con fenomeni congestizi localizzati
  • Nux vomica: per pazienti sedentari ma mentalmente attivi, collerici, che eccedono nel cibo, nell'alcool, nel fumo, soffrono anche di dispepsia con sonnolenza postprandiale
  • Ignatia: per pazienti che somatizzano le contrarietà della vita con crisi ipertensive
  • Lachesis: per l'ipertensione che compare assieme alla menopausa, si riduce con la ripresa del flusso mestruale, specie se in pazienti logorroiche e con tendenza all'iperideazione
  • Aurum muriaticum: per pazienti pletorici come Sulphur ma in questo caso quando sono irascibili, ansiosi, depressi, sfiduciati, che inoltre soffrono di palpitazioni, vampate di calore alla testa, e migliorano con il fresco.
  • Aurum iodatum: come il precedente ma in pazienti dimagriti, non in pletorici.
  • Strontium carbonicum: come i due precedenti ma se non vi è nè depressione nè miglioramento col fresco, anzi migliorano col calore
  • Kalium carbonicum: in soggetti pallidi, freddolosi, con xantelasmi od edemi, sintomi digestivi ed articolari oltre che cardiopolmonari, ed aggravamento nel cuore della notte
  • Natrum sulphuricum: in pazienti obesi ed edematosi, accompagnato, come il precedente, da sintomi respiratori (dispnea), digestivi ed articolari
  • Thuya: simile al precedente
  • Phosphorus: in caso di retinopatia ipertensiva, nefropatia con ematuria macroscopica
  • Arnica: come profilassi di eventi emorragici
  • Arsenicum iodatum: in caso di sclerosi cardiovascolare
  • Secale cornutum: se l'ipertensione si accompagna ad arteriti o a fenomeni ischemici cerebrali
  • Gelsemium: affiancato a Sulfur, Aurum o Nux vomica, laddove si presenti cefalea congestizia con dolore occipitale, polso lento a riposo ma molto accelerato durante il movimento, la sensazione che il cuore cesserà di battere se non ci si muove

Nelle crisi ipertensive:
  • Aconitum: nelle crisi ipertensive con sensazione di testa calda, cefalea pulsante, polso duro, palpitazioni e tachicardia, angoscia e agitazione
  • Glonoinum: nelle crisi ipertensive con tachicardia, congestione e percezioni di pulsazione violente alle carotidi, intolleranza al calore radiante
  • Veratrum viride: nelle crisi ipertensive con afflusso di sangue alla testa, pulsazioni alle carotidi, polso debole, lento ed aritmico, dermografismo

Ad accompagnare questi rimedi tipici per l'ipertensione ci saranno poi i rimedi per l'aterosclerosi, per i quali mi limito ad un elenco rimandando poi ad un successivo post sul tema specifico:
Arsenicum album
Baryta carbonica
Calcarea fluorica
Lycopodium
Plumbum metallicum
Silicea
Baryta iodata
Aurum iodatum
Plumbum iodatum
Arsenicum iodatum


In omotossicologia sarà fondamentalissimo il drenaggio. In questo caso ci troviamo a metà della Tavola delle Omotossicosi, Infiammazione/Impregnazione. Pertanto sarà fondamentale un drenaggio linfatico e connettivale. In questo caso, trattandosi di patologia cronica, saranno utili Vis Heel per il primo e Galium Heel, eventualmente associato a Psorinum Heel per il secondo. Utili anche i catalizzatori cellulari come Coenzyme compositum ed Ubichinon compositum.

Dopo una prima e fondamentale fase di drenaggio, si potranno utilizzare Rauwolfia compositum (ed eventualmente Aesculus compositum in casi di ateroma) e Melilotus Homaccord. Oppure potremo usare i complessi R12 assieme ad R79, entrambi in gocce.

Se l'ipertensione riconosce una causa/concausa organica bisognerà naturalmente effettuare un drenaggio emuntoriale specifico per l'organo colpito.

Pilosella compositum può essere utile come diuretico naturale, mentre rimarrano di validissimo aiuto gli organoterapici specifici: Aorta suis, Arteria suis, Cor suis.

Utile anche il supporto degli oligoelementi Manganese o Manganese-Cobalto

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mercoledì 3 luglio 2013

Come affrontare ... la cinetosi

Immagine tratta e liberamente modificata dal sito: http://dizzy.com/boxes/dizziness-learn-more.htm

La cinetosi, comunemente chiamata "mal d'auto" (o mal d'aereo, di treno eccetera ) è il fastidioso disturbo che provoca malessere, nausea e talora anche vomito durante i viaggi, dovuto ad una mancata sincronizzazione tra il sistema neurovestibolare dell'orecchio interno e le accelerazioni dovute al moto.
Argomento di stagione, date le imminenti - o già iniziate - vacanze.
Con tanti auguri di un buon viaggio a tutti!

Rimedi unitari omeopatici:

  • Petroleum: se migliora a stomaco pieno o chiudendo gli occhi e con il calore. Peggiora viaggiando a senso inverso rispetto alla direzione di marcia
  • Cocculus: vertigini violente che migliorano col caldo (chiede di chiudere i finestrini, ad esempio) e peggiora col cibo, diversamente dal precedente, con gli odori forti e la mancanza di sonno. Indicato anche se la cinetosi persiste una volta scesi dal mezzo di trasporto
  • Arnica: se si vomita con dolori e molto sforzo
  • Tabacum: con sindrome lipotimica, sudorazioni fredde, prostrazione, pallore, scialorrea, palpitazioni, peggiora al minimo movimento e col calore mentre migliora al fresco o chiudendo gli occhi
  • Borax veneta: se a dar cinetosi sono soprattutto le accelerazioni in discesa (aereo in atterraggio, vuoti d'aria, dossi elevati in auto, onde in mare ...)
  • Apomorfina: vomito durante il viaggio
  • Ipeca: se prevale l'iperscialorrea e il soggetto non ha sete
  • Coca: in caso di mal di montagna (vertigini, palpitazioni, dispnea, ansia, cefalea, acufeni)


In fitoterapia torneranno molto utili le formulazioni allo zenzero

In omotossicologia:
Pascoe V, 10 gocce 3 volte al giorno a partire da 2-3 giorni prima e poi ogni ora il giorno del viaggio
oppure
Cocculus Heel compresse assieme ad Apomorfin Heel gocce nelle stesse modalità del precedente
oppure
Cocculine compresse o monodosi
oppure
R29 gocce

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martedì 25 giugno 2013

Endocrinologia: ormoni omeopatizzati



Gli ormoni, come vuole l'etimologia stessa della parola, sono i messaggeri chimici del nostro organismo. Sono una classe molto eterogenea, formata da moleceole di diverso tipo quali proteine, aminoacidi modificati, deirvati del colesterolo.

Gli ormoni omeopatizzati, di cui oggi ne prenderemo in esame solo alcuni tra i più utilizzati, possono essere a tutti gli effetti considerati dei bioterapici.

A differenza dell'utilizzo che ne vien fatto nella medicina ufficiale, sostanzialmente di tipo sostitutivo, in omeopatia ed omotossicologia sono importantissimi come terapia di regolazione, laddove lo squilibrio della concentrazione fisiologica è lieve, non richiedendo un'implementazione ponderale ma tuttavia richiedendo una regolazione fine del complesso sistema PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologico)

Solitamente si fa un programma terapeutico a scalare, ossia partendo dalle diluizioni più basse per arrivare poi a quelle più alte. Vengono comunque utilizzati solitamente in diluizioni decimali o comunque in centesimali non troppo elevate al fine di incrementare la produzione della molecola in questione. Oppure si può contrastarla, qualora eccessivamente presente, somministrando l'ormone antagonista, cioè quello che svolge fisiologicamente la funzione di inibitore dell'ormone alterato in eccesso.

Vediamo i più comuni.

Ormoni sessuali:
  • Beta estradiolo: per facilitare l'ovulazione, mantenere lo stato gravidico, mantenere la lattazione
  • FSH: per favorire l'ovulazione nelle donne e la spermatogenesi negli uomini
  • Progesterone: per facilitare il concepimento e la lattazione
  • LH: per stimolare la produzione di progesterone nelle donne con carenze progestiniche (ad esempio in molte Sindromi Premestruali)
  • PRL (Prolattina): per favorire e mantenere la lattazione, e per aiutare la comparsa dei caratteri sessuali femminili secondari in pubertà tardive o lente

Ormoni tiroidei e paratiroidei:
  • T3: in soggetti astenici e freddolosi
  • T4: in soggetti astenici e freddolosi, come il precedente
  • TSH: per favorire la produzione di T3 e T4
  • Calcitonina: per contrastare l'osteoporosi favorendo la deposizione del calcio nelle ossa
  • PTH: per aumentare la calcemia

Ormoni a tropismo neurologico:
  • Melatonina: regola i ritmi circadiani di sonno-veglia
  • Serotonina: miglioramento dell'umore
  • Triptofano: come sostegno nella produzione dei due ormoni precedenti
  • Beta endorfina: attività antidolorifica

Ormoni che influiscono la crescita:
  • ACTH: stimola la produzione di cortisolo e cortisone, aldosterone ed ormoni sessuali
  • Somatostatina: azione inibente sull'ACTH, TSH, GH, glucagone, gastrina, secretina e renina



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venerdì 14 giugno 2013

Come affrontare ... le punture d'insetto




Finalmente è arrivata l'estate!
Ma con il sole ed il caldo - che io amo tanto! - ecco anche mille fastidiosissimi insetti.
Dalle antipatiche zanzare alle più utili ma più pungenti api ed ai loro fratelli imenotteri, piccoli aracnidi ed altri, senza contare che quest'anno stiamo assistendo ad una vera e propria invasione di zecche, come attestano molte riviste e come avrà di certo sperimentato chi passeggia in campagna, magari in compagnia del proprio amico a quattro zampe!

Non mi soffermo certamente sulla clinica della puntura d'insetto, che solitamente non va molto oltre il prurito e nel caso dell'imenottero anche del bruciore intenso.
Pericoli reali sono rappresentati dal calabrone, oppure anche dagli imenotteri più piccoli qualora si sia allergici. Ma in tal caso entreremmo nel complesso capitolo delle atopie, mentre oggi voglio limitarmi ad alcuni rimedi per i comuni fastidi da puntura.

L'omeopatia ci offre alcuni rimedi che sono:

  • Apis: usato spessissimo, per  prurito intenso, erratico, pungente e bruciante, edema rosato che peggiora con il calore e migliora col freddo, peggiora col contatto e durante la notte, migliora col movimento
  • Tarentula cubensis: indurimento circoscritto, dolente, urente, con pruriti che che peggiorano la notte. Il paziente è agitato e prostrato, e la lesione tende al color cianotico dopo alcuni giorni, talora sviluppando un adenopatia satellite
  • Cantharis: se vi è flittene attorno alla puntura, con vescicole miglioranti al contatto col freddo
  • Ledum palustris: utile nelle papule dolorose e pruriginose  migliorate da applicazioni fredde; ma soprattutto curiosamente preventivo: probabilmente rende sgradevole alle zanzare l'odore della nostra pelle o del nostro sudore, tenendole più lontane (ovviamente per questo motivo va assunto con regolarità durante tutto il periodo di esposizione alle fastidiose bestiole)


L'omotossicologia ci viene in aiuto con un complesso, il Ledum GIVIMED, utile sia in prevenzione (contiene appunto Ledum Palustris) sia come rimedio antiprurito. Un altro rimedio antiprurito, in questo caso si tratta di un complesso omeopatico, è il Vanda 22 in granuli. A livello locale potremmo stendere sulla cute pruriginosa Ovix crema, diverse volte fino a miglioramento dei sintomi.

Un cenno soltanto alla fitoterapia in quanto già arcinota: basilico, citronella, geranio, olio di neem, tengono lontane le zanzare!

Pure l'alimentazione può aiutarci ed avere un ruolo in tal senso: se ci si può permettere di lasciare a parte le convenzioni sociali, una dieta ricca di aglio e cipolla rende l'odore di pelle e sudore sgradita agli insetti (e l'alito agli umani :-)

Naturalmente non posso mancare di notare, con una punta di ironia, che se il problema si limita al solo prurito, val la pena di non utilizzare nulla e di pazientare!

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lunedì 3 giugno 2013

Come affrontare ... la nevralgia facciale trigeminale


Le nevralgie facciali possono essere di vario tipo e varia causa.
Una delle cause più note è lo Zoster: per le nevralgie facciali posterpetiche rimando qui.
In questo nuovo post mi soffermo invece sulle nevralgie facciali di origine trigeminale.

Possiamo anche questa volta avvalerci della sola omeopatia, dell'omotossicologia, degli oligoelementi, dell'omeomesoterapia, della neuralterapia. Vediamo quali "armi" possediamo per ciascuna di queste possibili soluzioni, naturalmente anche associabili tra loro.

Omeopatia:

  • Kalmia latifolia: dolori centrifughi come lampi, peggiorati dal movimento, nelle forme oftalmiche destre e bilateralmente in quelle delle altre due branche (mascellare e mandibolare), con scosse dall'alto al basso secondo il decorso del nervo, fino alla lingua e alle gengive
  • Aconitum: soprattutto per nevralgie a frigore, con intorpidimento e parestesie, cute rossa e secca
  • Belladonna: per dolori ad esordio e risoluzione improvvisi con i segni della flogosi  (calore rossore) peggiorati dal movimento violento e dal freddo
  • Arsenicum album: dolori brucianti come carboni ardenti, migliorati col calore, che peggiorano soprattutto tra l'una e le tre di notte; il malato è agitatissimo ed ansioso ma prostrato, debole, freddoloso.
  • Magnesia phosophorica: dolori a spasmo, ad esordio e termine repentini come fulmini, migliorati col calore e la pressione forte ma peggiorati dallo sfioramento, soprattutto localizzati al volto destro
  • Colocynthis: stessi sintomi di Magnesia phosphorica ma lateralità sinistra
  • Spigelia anthelmia: dolori puntori ed urenti, pulsanti, a sinistra, peggiorati coi movimenti, col contatto e col freddo umido, peggiorati dal calore, si aggravano a metà giornata, sono accompagnati da eretismo cardiaco. Specie per branca orbitaria sinistra con iperemia oculare, talora con sintomi presincopali. 
  • Magnesia carbonica: dolori a lampo a sinistra peggiorati di notte e col freddo
  • Hypericum perforatum: per le nevralgie facciali post traumatiche, con dolori che seguono il tragitto nervoso, peggiorati al tatto e ai movimenti bruschi
  • Mezereum: se la nevralgia peggiora con il tatto, il moto, il calore del letto ma migliora con l'esposizione a fonti di calore radiante
  • Chamomilla: pazienti ipersensibili al dolore, nervosi, collerici, agitati, , i cui dolori peggiorano le notte e se bevono caffè, accompagnati da sensazioni di calore locale ed intorpidimento
  • Nux vomica: se vi sono anche sintomi digestivi con irritabilità
  • Cedron: in tutte le nevralgie facciali che si presentano con regolarità cronometrica, come rimedio di accompagnamento
  • Verbascum Thapsus: dolori costrittivi della zona preauricolare-zigomatica destra, che peggiorano col movimento e con gli sbalzi termici
  • Rhus toxicodendron: dolori mandibolari che peggiorano col freddo umido e migliorano col calore ed il movimento, specie se l'origine è più che altro articolare temporomandibolare
  • Coffea: nevralgia mascellare e mandibolare che parte dalla zona dentaria e si irradia alle orecchie, migliora col freddo e peggiora col calore
  • Kali bichromicum: fitte in piccole zone del viso definite dal paziente col polpastrello di un dito
  • Prunus spinosa: dolori che partono dal globo oculare destro che "sembra scoppiare", e si portano all'occipite
  • Ranuncolus bulbosus: dolori puntori bilaterali agli occhi, accompagnati da fotofobia e lacrimazione e peggiorati coi movimenti
  • Lac caninum: emicrania oftalmica se i dolori passano in breve tempo da un occhio all'altro
  • Actaea racemosa: nevralgia trigeminale oftalmica catameniale


Oligoterapia:

L'oligoelemento Cobalto è specifico per le forme emicraniche cefalagiche e per le distonie vegetative vascolari

Omotossicologia:

in omotossicologia è fondamentale il drenaggio, specie a livello cellulare (Coenzyme compositum, Ubichinone compositum, Glyoxal) oltre al drenaggio linfoconnettivale.
Inoltre saranno utili i rimedi sintomatici Spigelon e Gelsemium Homaccord, soprattutto in attesa di un colloquio più approfondito col medico che definirà i rimedi omeopatici specifici
Bryaconeel e Rhododendroneel S saranno importanti se la genesi è reumatica e legata ai mutamenti climatici repentini, mentre Aesculus compositum ci aiuterà a sostenere eventuali cause e concause vascolari.
I bioterapici, come ad esempio Pulpa dentis suis o Granuloma dentis suis saranno importanti quando la genesi riconosca una causa nosologica specifica.

Omeomesoterapia e Neuralterapia:

infiltrazioni in loco con rimedi omotossicologici (omeomesoterapia) o Procaina allo 0.8% (Neuralterapia), nei punti dolenti, nei punti trigger ed eventuale ricerca del focolaio neuralterapico.



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giovedì 30 maggio 2013

Oligoelementi n°2



Riprendiamo il discorso, ancora molto lungo e che affronterò in molti altri post, sugli oligoelementi.
Per vedere la prima parte cliccare qui.
Oggi proseguo con alcuni complessi di utilizzo meno frequente rispetto a quelli illustrati nel precedente articolo, ma ugualmente utili ed importanti da conoscere.

Manganese-Rame-Cobalto

Questo complesso è utile come terapia coadiuvante delle anemie

Nichel-Cobalto

L'insieme del Nichel e del Cobalto si utilizza, insieme agli specifici rimedi omeopatici (ad esempio Nux Vomica) e se necessario al drenaggio e alla terapia omotossicologica, in quei disturbi funzionali da digestione lenta soprattutto dei grassi, con sonnolenza dopo i pasti, come nelle forme pancreatiche

Zinco-Nichel-Cobalto

Anche questo ha le stesse indicazioni del precedente, ma si utilizza anche come coadiuvante nella resistenza insulinica (prediabete, obesità)

Zinco-Rame

Ecco invece un complesso di oligoelementi con molteplici indicazioni:

  • astenia
  • anoressia
  • depressione 
  • affaticamento muscolare
  • alterazioni endocrine della pubertà  e della menopausa











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domenica 19 maggio 2013

Come affrontare ... la nevralgia posterpetica



Luna cresce che è una meraviglia, e, dopo una pausa dovuta anche a numerosi altri impegni lavorativi e famigliari, riprendo finalmente con piacere il mio blog!

Ho già trattato qui dell'Herpes Simplex.
Più avanti parlerò anche dello Zoster nelle sue forme: Varicella e Zona (Fuoco di Sant'Antonio), nonchè di altre forme virali simil erpetiche. Ma questo non ora.
Oggi invece mi fermo solo su una peculiarità dell'Herpes: la nevralgia posterpetica, ossia il dolore permanente dopo l'infezione, trattato classicamente con antidolorifici ed antidepressivi.

Più frequente nell'anziano, la nevralgia posterpetica si presenta più difficilmente se lo Zoster è stato curato con l'omeopatia ma soprattutto se la terapia, qualsiasi essa sia, è stata precoce.

Per trattare questo fastidiosissimo residuo doloroso abbiamo diversi rimedi omeopatici:
  • Hypericum perforatum: se i dolori si irradiano lungo il tragitto del nervo e peggiorano con i movimenti specie se movimenti improvvisi e violenti
  • Kalmia latifolia: se i dolori sono riferiti simili a scosse elettriche, preceduti o seguiti sempre da parestesie con intorpidimento, e peggiorati dal movimento (il paziente sta fermo per non scatenarli). Localizzati soprattutto al volto, lato destro. Utili nel dolore posterpetico del volto e lombosacrale, più raramente nelle localizzazione toraciche.
  • Spigelia anthelmia: uguale al precedente, ma per dolori localizzati al volto sinistro e specie oftalmici
  • Ranunculus Bulbosus: per le nevralgie posterpetiche degli ultimi spazi intercostali a sinistra, peggiorate da condizioni metereologiche umide, peggiorate anche dal contatto e dal movimento
  • Magnesia phosphorica: dolori sporadici ma bruschi, migliorati col calore e la pressione (o il piegamento della parte interessata), a lateralità prevalentemente destra specie nel caso delle nevralgie al volto
  • Causticum: dolori con sensazione di escoriazione, urenti, come se la pelle fosse scorticata. Peggiorano col freddo secco e la notte verso le tre, migliorano con applicazioni umide e calde
  • Apis: dolori urenti ("aghi infuocati") nettamente migliorati dal freddo
  • Arsenicum album: dolori urenti migliorati dal caldo e aggravantisi la notte
  • Thuya: utile quando già diversi trattamenti si siano rivelati inutili, specie in pazienti con storia di infezioni recidivanti e striscianti, vaccini e farmaci ripetuti
  • Prunus spinosa: se il dolore è trigeminale oftalmico, esplosivo, con edema e aggravato dal contatto
  • Vaccinotoxinum: bioterapico simile al nosode specifico (virus erpetico) da assumere a diluizione medio alte (15-30 CH) settimanali per almeno uno due mesi
In omotossicologia è di fondamentale importanza il drenaggio, al quale potremo associare:
beta endorfina 4CH, 20 gocce mattina e sera come antidolorifico di base
Ranunculus Homaccord gocce o fiale

Utili gli oligoelementi Rame-oro-Argento che sono indicati in generale nelle condizioni anergiche, di astenia globale, infezioni recidivanti ed abbassamento delle difese immunitarie

La neuralterapia propone, solo per mani esperte (!!!) l'iniziezione al ganglio otico e nervo mandibolare.

Più semplice è invece la tecnica iniettiva mesoterapica, con la quale si potranno infiltrare i punti lungo il decorso del dolore con la miscela di:
Ranunculus Homaccord, Rhus Tox Homaccord, Mezereum Injeel, Vaccininum Injeel: di ognuno una fiale, una volta la settimana per un mese e mezzo circa


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sabato 6 aprile 2013

Pet therapy


Non ho mai parlato di questa forma di cura, certamente non farmacologica e non convenzionale.
Non sono nemmeno un'esperta in materia, ma ne ho personale esperienza, perchè chiunque abbia avuto un "pet", e nel caso specifico un cane, sa quanto benefico sia, anche quando siamo "perfettamente sani".

Fa bene al nostro corpo, costringendoci a muoverci giocando e correndo con lui;
fa bene alla psiche, grazie al suo affetto e alla sua allegria;
fa bene all'aspetto relazionale, coinvolgendoci in un rapporto di accudimento reciproco.

Ed è proprio a questo che mi voglio dedicare ora, e per questo metterò un po' a "riposo" anche il mio blog.

Perchè da una settimana è entrata in casa nostra la dolcissima boxerina Luna.
Ed ora mi chiede presenza e dedizione.

















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giovedì 14 marzo 2013

Le critiche all'omeopatia

Tra le medicine dette "non convenzionali" l'omeopatia è certamente la più criticata.
Non so il perchè e mi chiedo come mai debba infastidire di più un medico che usa l'omeopatia di uno che usa l'agopuntura o la mesoterapia o l'osteopatia e via dicendo. Perchè nulla o molto poco vi sia da dire verso chi pungendo varie parti del corpo dice di ottenere effetti tramite misteriosi canali energetici detti meridiani, mentre in rete si sprecano gli articoli contro chi somministra "palline di zucchero". Proprio non lo so il perchè di questo peculiare accanimento, però vorrei provare a rispondere alle varie critiche che solitamente i medici (e non solo) "allopatici ortodossi" rivolgono ai colleghi "eterodossi".

Critiche più frequenti e risposte:

1)
OBIEZIONE:  Non vi è presenza di alcuna molecola al di sotto il numero di Avogadro quindi non vi può essere alcun effetto sul corpo umano.
RISPOSTA: Intanto non tutti i rimedi omeopatici sono sotto tale numero, ossia l'omeopatia si avvale di rimedi con diluizioni al di sopra e al di sotto di Avogadro. Avogadro non è la discriminante dell'omeopatia.
Inoltre, anche la luce solare, il suono, le emozioni, la pubblicità provocano reazioni vegetative e comportamentali senza somministrare alcuna molecola!

2)
OBIEZIONE: In ogni caso, anche quando l'omeopata somministra rimedi con diluizioni al di sotto del valore di Avogadro (ossia concentrazioni superiori ad Avogadro), tali diluizioni sono comunque così basse che difficilmente possono provocare risposte recettoriali dal momento che i farmaci agiscono sui recettori a concentrazioni determinate sotto le quali non hanno efficacia.
RISPOSTA: Vi sono molecole che nel corpo umano agiscono a concentrazioni  bassissime, si pensi ad esempio agli ormoni tiroidei per citarne una. E in ogni caso è inutile continuare ad ostinarci a cercare un meccanismo recettoriale: per l'omeopatia non c'è.

3)
OBIEZIONE: Non si conosce alcun possibile meccanismo di azione dell'omeopatia.
RISPOSTA: Nemmeno di molti farmaci si conosce attraverso quali sistemi ottengano determinati effetti, eppure si somminstrano ugualmente (si tratterà di recettori sconosciuti? forse, ma finchè non ne siamo certi potrebbe anche trattarsi di meccanismi di azione non chimici, e comunque la loro validità dovrebbe rimanere tal quale quella dei rimedi omeopatici mentre vengono trattati diversamente)

4)
OBIEZIONE: Il fatto che "funzioni" su tanta gente non è dimostrativo della sua efficacia, molto probabilmente l'invocata efficacia altro non è che effetto placebo.
RISPOSTA: A parte il fatto che in biologia più spesso si parte dall'osservazione per giungere ad un ipotesi  (metodo induttivo) anzichè il contrario (metodo deduttivo); quindi semmai, partendo dal fatto che su molti funziona, dovremmo cercare di scoprire perchè funziona e non affermare che, dato che non si sa come funzioni, allora è solo placebo.
Inoltre come si spiega il placebo (notoriamente riconducibile ad effetti psicogeni) con la grandissima efficacia, ancor più che sull'adulto, dell'omeopatia in età infantile inclusa neonatale? E in veterinaria???
Ed infine: se anche si arrivasse a dimostrare che l'omeopatia è solo ed esclusivamente un placebo, non sarebbe pur sempre meglio riuscire a guarire qualcuno con una sostanza innocua piuttosto che con molecole pur sempre tossiche, per poco che lo siano?

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lunedì 4 marzo 2013

Come affrontare ... l'ipotiroidismo


Immagine tratta da: http://latartarugafolle.over-blog.com/195-index.html

L'ipotiroidismo è una patologia in aumento che consiste nella ridotta funzionalità della ghiandola tiroide.
Le cause sono varie e molteplici: andiamo dalle forme secondarie di origine ipotalamica (traumi, turmori) e ipofisaria (tumori dell'ipofisi, interventi chirurgici, S. di Shehaan, traumi cranici, forme genetiche di deficit ormonali), alle forme primarie di cui la di gran lunga più frequente è la tiroidite autoimmune di Hasimoto (altre forme primitive sono quelle congenite, iatrogene, transitorie come l'ipotiroidismo post-partum o la tiroidite subacuta di De-Quervain).
I sintomi sono molteplici e variabili secondo l'età in cui si manifesta la patologia, ma in generale avremo stanchezza, freddolosità, affaticabilità, aumento ponderale, riduzione della memoria, stitichezza, bradicardia, secchezza cutanea, ipercolesterolemia, anemia.
La terapia classica è a base di levotiroxina, oltre che di eventuale integrazione di iodio con sale iodato per le persone che vivono nell'entroterra, lontano dal mare.

Vediamo ora quali terapie non convenzionali possiamo affiancare alla terapia classica per renderla più veloce ed efficace.

La più nota e anche la più semplice è la fitoterapia. Essa di avvale di Fucus Vesciculosos, in T.M. (tintura madre), 30 gocce due-tre volte al dì per circa un mese.

In omeopatia possiamo avvalerci dei seguenti rimedi, secondo le diverse situazioni:
  • quasi sempre Medorrhinum: come rimedio diatesico, spesso di tipo sicotico
  • ipotiroidismo subclinico (TSH elevato, fT4 normale, paziente asintomatico): Thuya, partendo dalle dosi basse a quelle alte (molto diluite) e diradandone la somministrazione nel tempo
  • negli anziani e nei bambini, con rallentamento motorio e mentale, potremmo usare Badiaga se c'è un generale ingrandimento ghiandolare, o Barita Carbonica  nel caso di gozzo multinodulare con ipercolesterolemia, Barita Muriatica specie nei bambini e Barita Iodata specie negli anziani con gozzo che vira dall'ipo all'ipertiroidismo. Anche Bufo Rana è indicato nelle estremità della vita, nei bambini con idiozia da ipotiroidismo congenito e negli anziani con atteggiamenti infantili
  • nelle forme di ipotiroidismo che sono state precedute da una fase di ipertiroidismo e nella tiroidite fibrosa di Riedel, variante della nota Hashimoto, in soggetti aggravati dal caldo umido o sui quali Iodium non ha avuto effetti, potremmo avvalerci di Bromium
  • nei soggetti con le caratteristiche tipiche del rimedio, non rare nell'ipotiroidismo, di Calcarea Carbonica, avremo indicato il rimedio (soggetti lenti, apatici, sovrappeso, con stipsi e freddolosità, pallore, astenia muscolare oltre che mentale)
  • nei pazienti peggiorati dal freddo umido (a differenza di Bromium) avremo indicato Dulcamara oppure Natrum Sulfuricum laddove avremo anche ritenzione idrica e depressione
  • nelle donne sono più frequentemente indicati Thuya (pallore, aumento ponderale, freddolosità, sonnolenza, idroritenzione, depressione, cute e annessi cutanei secchi e fragili, storia di numerosi farmaci e/o vaccinazioni con cattivi effetti, astenia) oppure Graphytes specialemnte durante il climaterio

In omotossicologia
Fucus compositum insieme a K2F Guna sono interessanti come terapia di base, unitamente a Graphites Homaccord laddove vi sia aumento ponderale, e a Spongia Heel nei casi in cui sia presente lo struma (gozzo) tiroideo. Oppure in caso di sovrappeso da ipotiroidismo potremmo utilizzare Adeps GIVIMED, laddove siano anche presenti alterazioni del metabolismo lipidico (ipercolesterolemia).
Naturalmente in omotossicologia assoceremo sempre un adeguato drenaggio e poi saranno utili anche i rimedi organoterapici, nel caso TSH e fT4 a basse diluizioni (D4, ad esempio) come stimolanti la ghiandola.

Utili oligoelementi saranno Iodio unito a Manganese-Rame.


Fonti: Clinica Medica Omeopatica, di Aldo Ercoli, ed, Tecniche Nuove; Ordinatio Antihomotoxica et Materia Medica Heel,Compendium di medicina naturale integrata Difass 2003



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giovedì 21 febbraio 2013

Sull'inutilità (o il danno) di molti farmaci

Alcune settimane fa mi sono imbattuta, su youtube, su questo interessante video nel canale Orsobyanco.
Lo propongo non perchè parli delle medicine non convenzionali, ma piuttosto perchè è evidente come cominci ad emergere ogni giorno di più che i farmaci classici non sempre sono esattamente quella che si potrebbe definire la soluzione ideale. 
E per non annoiare il lettore con seriosissime considerazioni in merito, vi lascio direttamente al video.




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lunedì 11 febbraio 2013

Come affrontare ... la borsite

La borsite è un'infiammazione della sierosa detta "borsa" di un'articolazione, più comunemente del gomito.
La causa più frequente è rappresentata da microtraumi o traumi ripetuti, come sfregamenti ed urti diretti sull'articolazione in causa.
Il gomito (o il ginocchio) presenta i classici segni e sintomi della flogosi: dolore, gonfiore, rossore, calore, difficoltà nei movimenti.


La terapia classica si avvale o di aspirazioni oppure di riposo con ghiaccio ed antinfiammatori.

In omeopatia abbiamo due validissimi rimedi: Apis e Bryonia.
Assunte entrambe a basse diluizioni, per esempio 5CH, aiutano le sierose a superare lo stato infiammatorio.
Se la forma è recidivante o difficile a risolversi si possono associare ad una corretta terapia secondo lo schema classico dell'omotossicologia:
assieme ad un buon drenaggio linfatico e connettivale, possiamo unire Ferrum Homaccord, rimedio della zona articolare del gomito (naturalmente se trattasi di gomito, che è anche il caso più comune) e in ogni situazione di traumatismi ripetuti è utile Arnica Compositum Heel in compresse o in loco sotto forma di fiale e di pomata.

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venerdì 1 febbraio 2013

Foglietto illustrativo


Oggi compio gli anni e voglio quindi farmi un regalino:
una poesia, perchè io adoro le poesie.
Per la verità preferisco di gran lunga quelle in lingua originale, ma non potendo leggere il polacco mi affido alla traduzione.
Perchè una poesia su un blog di medicine non convenzionali?
Leggere per comprendere, prego!


Foglietto Illustrativo 
Sono un tranquillante,
Agisco in casa,
funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all'udienza,
incollo con cura le tazze rotte -
devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
devi solo mandarmi giù
con un sorso d'acqua.
So come trattare l'infelicità,
come sopportare una cattiva notizia,
ridurre l'ingiustizia,
rischiarare l'assenza di Dio,
scegliere un bel cappellino da lutto.
Che cosa aspetti -
fidati della pietà chimica.
Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
dovresti sistemarti in qualche modo.
Chi ha detto che la vita va vissuta con coraggio?
Consegnami il tuo abisso -
lo imbottirò di sonno.
Mi sarai grato (grata) per la caduta in piedi.
Vendimi la tua anima.
Un altro acquirente non capiterà.
Un altro diavolo non c'è più. 
Wislawa Szymborska
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-148123>

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sabato 19 gennaio 2013

La medicina dei sintomi


Continuando come il primo post di quest'anno su un tema di carattere generale, al fine di chiarire meglio al lettore cosa è l'omeopatia, vorrei illustrare tale disciplina terapeutica come la medicina dei sintomi.
Detta così suona male ed è l'esatto contrario di ciò che è realmente l'omeopatia, mentre la vera medicina dei sintomi rimane più spesso quella convenzionale.
E' qui importante fare una distinzione semantica.

Se per "medicina dei sintomi" intendiamo una terapia puramente sintomatica, che non agisce sulla causa ma sulle conseguenze di questa, e quindi spesso CURA SENZA GUARIRE allora questa è la medicina classica. Prendiamo ad esempio gli antinfiammatori: dato che l'infiammazione è espressione di un problema spesso infettivo o di altro genere, contrastarla significa togliere al paziente gli effetti spiacevoli (rossore, bruciore, dolore, gonfiore, calore ...) ma non elimina la causa. Simile è il caso degli antipiretici perché la febbre non è una patologia ma l'espressione della difesa del nostro organismo ad uno stimolo patologico. Diverso è per gli antibiotici, che se correttamente somministrati agiscono in effetti contro il batterio, causa di infezione. Le statine sono invece solo sintomatiche: ho il colesterolo alto, lo abbasso. Ma la causa del colesterolo alto sarà la dieta, o lo stile di vita, o la famigliarità: tutte cose che nella maggior parte dei casi rimangono. Anche togliere un organo malato è naturalmente sintomatico, perchè la chirurgia in tal caso non ci dà una "restitutio ad integrum" della parte colpita ma semplicemente la elimina. Gli esempi potrebbero continuare.

Invece se se per "medicina dei sintomi" intendiamo una terapia che si fa guidare dai sintomi del paziente, allora questa è la peculiarità dell'omeopatia.
E qui entrano in gioco le ipotesi sul possibile meccanismo d'azione del rimedio diluito e dinamizzato.
In effetti a tutt'oggi non vi è spiegazione scientifica di come possa "funzionare" una molecola diluita moltissimo, non di rado sotto il numero di Avogadro (diluizioni omeopatiche).
Quando leggo questa obiezione, che è la principale fatta agli omeopati da parte dei detrattori delle medicine non convenzionale, do loro ragione: è vero, è inspiegabile. Però vorrei tanto invitarli per una volta a provare, perchè "funziona"!

E appunto la tecnica prescrittiva ha aiutato ad ipotizzare un possibile meccanismo d'azione.
Infatti il rimedio omeopatico viene prescritto in base alla similitudine con i sintomi del malato. Mi spiego meglio: un rimedio omeopatico è tanto più efficace quanto più gli effetti nocivi che questo stesso potrebbe provocare se somministrato al paziente ad alte dosi, sono simili ai sintomi che il paziente ha, per altre cause, in quel momento. Forse un esempio sarà più chiaro: come noto, alte dosi (dosi dette "ponderali" perché esprimibili in unità di misura multiple o sottomultiple del grammo) la Belladonna provoca vampate di rossore con sensazione di calore violento, e così pure la Nitroglicerina: ecco che queste due molecole troveranno il loro posto ad esempio nella cura della menopausa. Gli esempi sono infiniti.
E tanto più la similitudine è precisa, tanto più l'effetto risulta rapido e completo.

Probabilmente la molecola immersa nell'acqua lascia come una specie di impronta (cluster) ripetuta in numero elevatissimo di volte che naturalmente, pur nel campo del piccolissimo, è tridimensionale ed è come il negativo fotografico in 3D della molecola stessa. Quindi sarebbe uno specchio, o un negativo, o uno stampo complementare alla molecola, pertanto il suo contrario, ma perfettamente combaciante. E l'acqua manterrebbe questa sorta di impronta. E sembrerebbe che anche tutta l'acqua presente nel nostro organismo, e specialmente nei tessuti connettivi e nel nucleo cellulare, abbia questa caratteristica di assumere conformazioni particolari che sono la memoria, il ricordo di una molecola, buona o cattiva che sia, che è entrata in contatto. Sicché, somministrando il rimedio omeopatico diventa un po' come somministrare ciò che provoca l'esatto contrario dei sintomi manifestati dal paziente, orientando le nostre molecole d'acqua in quella nuova, salutare direzione. (Post sui clusters: http://acquacluster.blogspot.it/2010/12/clusters-dacqua.html)

La cosa è naturalmente da chiarire ed è giusto mantenere uno spirito di ricerca scientifica, ma sta di fatto che è verificabile nell'esperienza clinica quotidiana che quanto descritto si verifica puntualmente:
l'omeopatia è la terapia del corredo sintomatologico, e lasciandosi guidare da quest'ultimo quasi sempre l'eradicazione del male è definitiva e profonda.






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giovedì 3 gennaio 2013

Il terreno e la malattia

(Immagine tratta e modificata da http://foto.libero.it/Lady_Juliette/Immagini-miste-2---Fantasy--Dark--Mistery/il-gioco-scacchiera)

Finalmente, dopo 3 mesi di silenzio, riprendo il mio blog!
Comincio l'anno nuovo parlando di un argomento abbastanza generico: il punto di vista delle medicine non convenzionali.
E' importante per far ciò, avere chiaro il concetto di malattia e di "terreno".
Innanzitutto è indispensabile fare piazza pulita dell'idea di malattia come di qualcosa di necessariamente "cattivo" o comunque "sbagliato". La malattia invece, o meglio ancora il suo corredo sintomatologico, non rappresenta altro che la miglior risposta possibile che il nostro organismo sa dare in quel dato momento a quel dato stimolo. E' la cosa "più bella" che in quel preciso contesto possa fare, per dirla con M.B. Rosenberg (il quale però lo diceva riferendosi alle azioni umane giudicate errate. Si veda in proposito il testo "Le parole sono finestre [oppure muri]" ed. Esserci).
Ora a questo punto dobbiamo chiederci semmai perchè nello stesso momento, nello stesso ambiente, sottoposti al medesimo stimolo patogeno (microbo, inquinante, stress ... ) due organismi diversi reagiscono in modo diverso, ovvero uno si ammala in modo che definiremmo violento, uno manifesta sintomi blandi, un terzo rimane perfettamente in stato di salute.
E qui entra in gioco il concetto di terreno.
Per "terreno" in omeopatia e in generale in medicina olistica si intende lo stato di base generale della persona,  e in particolare del suo Sistema Immunitario, il complesso sistema di cellule e molecole preposto a difenderci dalle infezioni e dagli assalti dei nemici esterni.
Come è noto, il Sistema Immunitario (S.I.) è estremamente sensibile ai mutamenti psichici: migliora se riceviamo gratificazioni, peggiora sotto stress (sia sotto lo stress fisico che sotto lo stress psicologico).
Ecco perchè due persone diverse sottoposte al medesimo fattore nocivo reagiscono in modo diverso, a seconda dello stato immunitario di ciascuno.
E qui entra in gioco la profonda differenza tra le terapie classiche e quelle non convenzionali, in special modo l'omotossicologia.
Le terapie della medicina convenzionale si propongono soprattutto di contrastare il male, e difatti abbiamo i farmaci "anti-" ed "ipo-": antibiotico, antinfiammatorio, antipertensivo, ipoglicemizzanti, ipouricemizzanti  ...
Invece l'omotossicologia punta piuttosto a rafforzare il terreno, a sostenere il lavoro del S.I.
In pratica paragonando semplicemente la situazione a due eserciti in guerra, la medicina classica attacca il nemico su un fronte diverso da quello del nostro S.I., mentre la medicina omotossicologica si affianca all'esercito del nostro S.I. fornendogli munizioni, cibo, infermieri sul campo ...
Sono diverse strategie militari. E' chiaro e semplice, no?
Da ciò è facile evincere che i due sistemi terapeutici non vanno necessariamente intesi in contrasto fra loro, anzi. Semmai sarà la situazione clinica a far propendere per solo l'una soluzione, o solo l'altra, o a far decidere il medico per entrambe ma studiandone bene la contestualizzazione, la tempistica, l'eventuale sovrapposizione cronologia e/o medicamentosa in base ad interazioni, mutamenti clinici del paziente, preferenze psicologiche, esperienza.

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giovedì 20 settembre 2012

Autoemoterapia n°3



Ecco la terza e ultima tecnica per eseguire un'autoemoterapia omeopatica.

Autoemoterapia a Pendolo

  • Prima seduta terapeutica: il medico aspira 1 cc di sangue al paziente e lo miscela ai farmaci scelti, dinamizza il tutto e lo inietta i.m nel deltoide
  • Seconda seduta terapeutica: il medico aspira 1,5 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Terza seduta terapeutica: il medico aspira 2 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Quarta seduta terapeutica: il medico aspira 2,5 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Quinta seduta terapeutica: il medico aspira 3 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Sesta seduta terapeutica: il medico aspira 2,5 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Settima seduta terapeutica: il medico aspira 2 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Ottava seduta terapeutica: il medico aspira 1,5 cc di sangue e poi segue come la prima seduta
  • Nona seduta terapeutica: il medico aspira 1 cc di sangue e poi segue come la prima seduta


Questa procedura deve essere praticata inevitabilmente per 9 settimane con la frequenza di 1 seduta la settimana.

E' indicata soprattutto in corso di terapie molto prolungate in cui sia necessario un riequilibrio dei sistemi regolatori ed una rivitalizzazione dei tessuti, come ad esempio negli squilibri Th1/Th2 ed altri squilibri che richiedano di venir prontamente regolati.

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mercoledì 12 settembre 2012

Autoemoterapia n°2


Ecco oggi un secondo procedimento per praticare l'autoemoterapia.
Le indicazioni sono alla fine.

Autoemoterapia delle IV Fasi

il medico aspira in siringa i farmaci scelti (i più frequentemente usati in questa pratica sono Vis Heel e Ubichinon Compositum) e li unisce ad 1 cc di sangue del paziente, quindi dinamizza il tutto e lo inietta a livello i.m. (solitamente nel deltoide).
Quindi utilizzando la medesima siringa, vi immette i restanti farmaci e li dinamizza, andando questa volta ad infiltrare i punti algici riflessi, i punti di agopuntura e il Campo di Disturbo.

Questa seconda operazione si potrà ripetere fino ad un massimo di quattro volte nella stessa seduta.

Questa procedura sarà ripetuta con la frequenza massima di 1 volta a settimana, per un tempo da definirsi secondo le istanze.

E' indicata soprattutto nelle patologie ad andamento cronico.




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lunedì 3 settembre 2012

Autoemoterapia n°1


Riprendo in mano il mio blog dopo le (meritate!) ferie con un argomento poco noto: l'autoemoterapia.

L'autoemoterapia è una pratica terapeutica certamente non nuova.
Molto vicina all'isopatia, consiste nell'iniettare il sangue del paziente al paziente medesimo, dopo averlo opportunamente omeopatizzato.
Vi sono diversi metodi per particarla. Li vedremo uno per uno nei prossimi post, partendo oggi dal primo metodo, quello di Korsakov.

Autoemoterapia Korsakoviana

il medico preleva 1 cc di sangue (solitamente dalla vena cubitale) e lo diluisce in un'identica quantità di fisiologica: quindi dinamizza ripetutamente il tutto e lo getta via. A questo punto nella siringa sporca aspirerà un altro cc di fisiologica e di nuovo lo dinamizzerà per poi gettarlo.

Dovrà ripetere questa operazione altre due volte (quindi per un totale di 4 diluizioni e dinamizzazioni).
Finito di gettar via la quarta emomeopatizzazione, aspirerà i farmaci scelti e li inietterà in muscolo (nel deltoide).

Questa procedura sarà ripetuta con la frequenza massima di 1 volta a settimana, per un tempo da definirsi secondo le istanze.

E' indicata soprattutto nelle riacutizzazioni.

Nei prossimi post vedremo le altre due tecniche utili in casi diversi per l'autoemoterapia.



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venerdì 27 luglio 2012

Neuralterapia: esplorazione del piede




Vediamo oggi come affrontare alcuni problemi comuni del piede, con sintomatologia algica, per mezzo della neuralterapia.

Spina calcaneare
definirne i limiti, quindi infiltrare con Procaina sulla e intorno alla spina, quindi rifare i pomfi con Hekla Lava e Cortison Injeel

Tendine d'Achille
i tendini non vanno mai infiltrati direttamente, pertanto limitarsi ai pomfi in loco

Neuroma di Morton
frequente nelle donne specialmente se portatrici di tacchi alti, soprattutto tra 2° e 3° o tra 3° e 4° dito del piede, fortemente dolente alla pressione. Una volta confermata ecograficamente la diagnosi procedere con un pomfo di anestetico seguito da pomfi con Rhus Tox, Bryonia, Cortinson Injeel, MD Neural, con ago da 25 mm



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mercoledì 18 luglio 2012

Neuralterapia: esplorazione del ginocchio

Anche nel caso del ginocchio, come per tutte le articolazioni già esaminate, cominceremo con un approfondito EO.
Sarà pertanto importantissimo fare un accurato paler-rouler attorno a tutta l'articolazione, per poi passare al ballottamento rotuleo.
Sempre a paziente supino, è utile creare una pressione sulle fossette sottorotulee mediale e laterale (i cosidetti "occhi" del ginocchio), nonchè sul tendine sottorotuleo, valutando l'appoggio del cavo popliteo sul piano del lettino.
Di seguito verranno effettuate le manovre per i legamenti collaterali e crociati.

A questo punto si passa alle infiltrazioni neuralterapiche e/o omeosiniatriche.
Dapprima, come sempre, procederemo con i pomfi: mediali, sottorotulei (negli occhi del ginocchio e sul tendine  rotuleo), poi sulla rotula andando parallelamente alla stessa (quindi con ago parallelo e non perpendicolare!) ed infine lateralmente, per terminare con 3 pomfi nella piega poplitea.
In caso di presenza di edemi declivi sarebbe opportuno infiltrare anche lungo in meridiano Milza-Pancreas.

A questo punto passiamo all'intrarticolare, con l'approccio anteriore a ginocchio semiflesso: nell'occhio laterale farò il pomfo di anestetico e dopo entrerò mantenendo la siringa parallela al piano del lettino, portandola ad un'angolazione di 30° rispetto alla linea mediana della rotula. Va bene un ago di 4 cm di lunghezza:



(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Terza Lezione) 



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domenica 1 luglio 2012

La medicina nel futuro


Mi piace immaginare quando, fra anni ed anni, secoli forse, o forse millenni, la medicina odierna verrà guardata attraverso il cannocchiale del tempo e sarà vista come qualcosa di molto antico, ormai superato, ed in qualche modo anche buffo.
Sì, buffo: ma non perchè saranno ulteriormente progredite le tecnologie e la chimica, bensì al contrario, perchè l'umanità sarà stata finalmente capace di riappropriarsi della natura, delle relazioni, della capacità di sintesi, e dei sistemi semplici.
Allora gli odierni "camici bianchi" saranno ricordati quasi con compassione, con un sorrisetto, esattamente come noi guardiamo alle cure praticate nei secoli trascorsi.

La medicina fino al 1600 circa era soprattutto stregoneria, alchimia, e il corpo umano un balocco con cui l'uomo stesso giocava e sperimentava.
Con l'avvento dell'anatomia patologica e della biochimica, si fa il salto alla medicina contemporanea, scientista, riduzionista, organicista: l'uomo-bambino ha voluto rompere il suo giocattolo, farlo a pezzi per sapere come funziona e studiarlo.
Ed eccoci oggi ad aggiustarne volta per volta le singole parti, ora con la chirurgia, ora con la più fine chimica farmacologica.

Ma prima o poi la scienza si renderà conto che è necessaria una nuova sintesi, sarà indispensabile restituire il corpo umano, anzi la persona, alla sua integrità, ed il fanciullo che ha smontato il suo gingillo lo dovrà riassemblare, e guardare e curare nel suo complesso.
Questa a mio avviso sarà la medicina di un futuro non so quanto lontano: una medicina elegante, indolore, globale, priva di effetti collaterali, ed anche domestica-famigliare.
Famigliare sì, dove gli ospedali ed il personale sanitario di oggi, asettici e rigorosi, spesso forzatamente distaccati, non esisteranno più e verranno anzi additati come un sistema primitivo e grezzo.
La presuntuosa medicina del 2000 sarà vista come una specie di cantiere in cui si alternavano falegnami o idraulici o elettricisti del corpo umano secondo i casi, insieme a grossolani sistemi diagnostici che richiedevano spazi enormi e goffi macchinari costosissimi, cui facevano seguito, quali terapie, dei bombardamenti macromolecolari con veri e propri veleni di cui nemmeno si conoscevano tutti gli effetti...

Io invece amo immaginare un futuro della medicina in cui nulla di macroscopico servirà più per curare ed in cui la guarigione avverrà non so ora come ma di certo in modo elegante, silenzioso, invisibile, caldo, impalpabile, fluido, ed in un contesto di intime relazioni umane.

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venerdì 22 giugno 2012

Neuralterapia: esplorazione dell'anca

Il primo approccio con l'articolazione coxofemorale deve essere la sua mobilizzazione in tutte le direzioni possibili. Già con questa prima manovra sveleremo eventuali resistenze, che se di origine legamentosa tenderanno a ridursi via via che proseguo con la mobilizzazione passiva.

Nelle limitazioni funzionali antalgiche dell'anca sono utili innanzitutto i pomfi, che si faranno in ordine semicircolare su di un piano orizzontale (parallelo al pavimento a paziente in piedi) dall'inguine fino al centro del gluteo, soffermandosi tuttavia lateralmente per fare un'altra serie di pomfi a cerchio attorno alla proiezione dell'articolazione sulla faccia laterale del gluteo (ovviamente si faranno a paziente supino, e pertanto costui dovrà ruotare sul lettino prima supino quindi sul lato controlaterale ed infine prono). Il "disegno" dei pomfi (vista laterale) verrà così:



Ancora, possiamo individuare la fossetta che si apre mettendo in abduzione la coscia, a 3 dita dal grande trocantere, sulla linea medioascellare, infiltrandola perpendicolarmente con ago da 8 cm: questa è una intrarticolare con approccio laterale: infatti aspirando leggermente vedrò il liquido sinoviale. E' consigliabile far precedere l'iniezione intrarticolare da un pomfo di anestetico, con ago ovviamente tangenziale alla cute, soprattutto ove vi sia già presente una cicatrice postchirurgica, in modo da scollarla.
Infiltrare anche il Grande Trocantere, sia con pomfo che più in profondità, e lungo i suoi margini.


Sarà fondamentale anche la ricerca del CdD, specialmente in cicatrici addominali e in zona craniale e sacroplevica.


(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Terza Lezione)




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venerdì 15 giugno 2012

Neuralterapia: esplorazione lombosacrale



Per valutare la zona lombosacrale si parte con un EO a paziente in piedi, busto eretto e gambe leggermente divaricate, con i piedi paralleli.
Tra le creste iliache e il punto di incrocio con S1 troveremo una fossetta: a questo punto, trovata la cavità, invitare il paziente a flettere prima la testa e poi il tronco in avanti lasciandoli dondolare. Se si sente diversità palpatoria tra le due fossette (cioè: un dito scorre bene sul tessuto mentre l'altro avverte una certa resistenza) ciò significa che l'articolazione sacroiliaca è bloccata (nel punto di maggior attrito palpatorio).
In un secondo momento faccio accomodare il paziente seduto sul lettino con le gambe a penzoloni e aprendo la mano sempre partendo dalla cresta iliaca arrivo col pollice pressapoco all'altezza di L4-L5: palpo i muscoli paravertebrali cercando le chelosi nelle fossette laterali. Una volta individuata una zona di chelosi la pizo con le dita e e la infiltro. (Come già ricordato, le chelosi o fibrosi sono zone mobili e a consistenza duro-elastica a differenza delle gelosi, e inoltre sono spesso disposte a rosario).
A questi livelli, se a partire dalle apofisi spinose mi sposto lateralmente di 3 dita, vengo a trovarmi sulle zone periradicolari (spazi in cui decorrono le radici dei nervi).
Se invece mi sposto lateralmente, sempre di 3 dita, ma a partire dagli spazi interspinosi, allora mi verrò a trovare nelle zone peristrasverse (sugli apici dei processi trasversi).
In entrambi i casi posso infiltrare fino a 3 cm di profondità circa, con aghi da 25-27 G x 40 mm.


Un altro tipo possibile di infiltrazione in loco è il pomfo con ago Microlance, sia sulle teste delle apofisi spinose che negli spazi interspinosi: in tal caso vado ad agire sul legamento longitudinale, che è spesso teso ed indurito.
Nel caso di algie pelviche e di disturbi vascolari degli arti inferiori sono utili pomfi molto abbondanti quantitativamente, (ossia con infiltrazione che inizia sottocute e continua intradermica durante l'estrazione dell'ago) nella zona L4-S1 nella "V" sacrale. Nelle algie pelviche sarebbe utile anche nello spazio sacrococcigeo.
Infine devo valutare le radici lombosacrali, in quanto non di rado quella che appare come una situazione di sofferenza radicolare, all'EO neuralterapico si rivela poi essere un problema di diverso genere, che potrebbe portare ad errata diagnosi di lombosciatalgia se non correttamente individuato altrove.
L2-L3: Psoas: flettere la coscia sul torace a paziente supino
L3-L4: Quadricipite femorale: a paziente supino far premere il cavo popliteo contro il lettino con l'arto inferiore teso
L4-L5: Tibiale anteriore: far fare la flessione forzata del piede contro resistenza
L5-S1: Gemello: estensione forzata del piede

Se la manovra di Lasegue è negativa molto spesso ciò è indice di dolore NON radicolare, e pertanto sarà opportuno in questi casi indagare il ramo profondo del Tibiale anteriore  e il ramo superficiale del Peroniero lungo (rotazione esterna del piede).
Una causa frequente di dolore non radicolare viene dall'Ileopsoas, con un dolore all'inguine e all'angolo superomediale della coscia. Un'altra causa è il dolore da Sindrome del Piriforme, con dolore sciatico a Lasegue negativo. Nel dubbio di S. del Piriforme invitare il paziente a flettere la coscia sul torace a paziente supino, spingendo contemporaneamente il ginocchio in direzione controlaterale (ossia medialmente) e subito dopo spingendolo lateralmente: a ginocchio in direzione mediale si ha dolore, con coscia lateralizzata si ha sollievo.


(Tratto dagli appunti del corso di Neuralterapia tenuto dal dottor M. Loberti, Modena, Aprile-Maggio 2012, Terza Lezione)  

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